Le catacombe di San Gennaro e l'impegno che crea lavoro

Le catacombe di San Gennaro e l'impegno che crea lavoro
di Toni Nocchetti
Domenica 24 Settembre 2017, 17:23
3 Minuti di Lettura

Quando circa dieci anni fa a padre Antonio Loffredo venne affidata la direzione delle catacombe di San Gennaro forse nessuno avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe accaduto in seguito. Ad Antonio era chiaro che bisognava, rapidamente perché il tempo della nostra vita è questo, restituire all’umanità una bellezza straordinaria partendo dai bisogni e dai diritti degli ultimi. Come una misteriosa alchimia ed un inno alla solidarietà decidemmo di immaginare le catacombe prive di barriere.

Insieme ad altri, ho il privilegio e la responsabilità di essere tra quelli, iniziammo a contribuire alla trasformazione della «visione» di padre Antonio in qualcosa di reale. Lo facemmo, e continuiamo a farlo, non perché siamo bravi ma semplicemente perché è naturale

Così è nata la fondazione di comunità locale San Gennaro, nella consapevolezza che tutti, proprio tutti, hanno il diritto di condividere un dono, la nostra storia, che non ci appartiene singolarmente ma che ci arricchisce solo se condivisa. Non è un caso che intorno alla Sanità, ventre che accoglie le catacombe , in questi anni tante esperienze diverse di cittadinanza attiva siano nate e continuino a crescere senza interruzioni.

Sempre dalla parte dei poveri, dei disabili, dei senza lavoro , dei migranti che il quartiere accoglie tutti i giorni intorno alla fondazione ed al suo gioiello più prezioso, le catacombe, si sono moltiplicate le opportunità di lavoro .
Le cooperative nate, il lavoro a decine di giovani del quartiere , la visibilità mediatica sono diventate un ciclone inarrestabile. Un ciclone che non porta tempesta e distruzione ma sviluppo e coesione sociale.

I demagoghi la chiamerebbero rivoluzione noi, rimboccandoci le maniche tutti i giorni, preferiamo definirla, prendendo a prestito le parole dell'archeologo Andrea Carandini «la forza del contesto: quella che non può stare in una cosa singola , per quanto eccelsa, ma nell'insieme delle relazioni che alle cose conferisce reciproca attrazione, congruità, significato e valore e alle persone benessere».

Questo è accaduto. Poi c'è dell'altro che va riconosciuto ed è l'attenzione che il governo in carica ha posto nei riguardi di un fenomeno sociale, economico ma ancora prima etico decidendo di impegnare risorse del ministero dei beni culturali a sostegno di un ulteriore consolidamento della esperienza delle catacombe.
È di questi giorni la notizia che all'interno del piano strategico Grandi progetti culturali il ministero retto da Franceschini ha ritenuto di stanziare 4 milioni di euro per lo sviluppo del sito catacombale. Questo intervento porterà a compimento l'abbattimento delle barriere architettoniche con la realizzazione anche di un ascensore pubblico di collegamento tra Capodimonte e la Sanità.

Fuori da ogni piaggeria si tratta di una ottima scelta perché contribuirà a rafforzare la «visione» di una comunità che, tra mille difficoltà, sta dimostrando che «la fortuna sta pur sempre nelle nostre mani e non nella pervasiva e distruttiva polemica (Carandini cit.)». Questa è la politica scritta con la P maiuscola , quella di cui tutti abbiamo bisogno ma soprattutto i più deboli. Alla Sanità lo stiamo facendo, che se ne sia accorta la Politica è un ottimo segnale.