Torre Annunziata. L'Arcigay: «Prostituzione, si fa troppo poco: adesso rimuovete quel segnale»

Torre Annunziata. L'Arcigay: «Prostituzione, si fa troppo poco: adesso rimuovete quel segnale»
di Raffaele Perrotta
Sabato 10 Dicembre 2016, 10:12
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Torre Annunziata. È in bella mostra da più di sei mesi, è stato issato su un suolo privato, ma nelle ultime ore intorno ad esso è esplosa la polemica congiunta di Arcigay e Radicali italiani: deve essere «subito rimosso» il singolare segnale stradale anti-prostituzione di via Sant'Antonio, segnale che non esiste per il codice della strada, sebbene ve ne siano sparsi numerosi in giro per l'Italia e qualche amministrazione comunale l'abbia sdoganato, utilizzandolo in maniera ufficiale. «Quell'immagine riproduce la visione sessista e ideale della donna, peraltro accanto a un palo, mortificandola e annientandone la dignità», accusano il radicale Antonello Sannino e Daniela Falanga, dall'associazione che difende i diritti LGBT: «I segnali che dovrebbero indicare un divieto di prostituzione in realtà sono una riproduzione di una visione maschilista e patriarcale, che ha violato per secoli il genere femminile, che ha negato e anche mercificato, generando persino il fenomeno al quale si riferiscono». La questione, però, è molto più complessa della sola presenza del simbolo. Nella città oplontina, ad agosto 2015, il sindaco Starita ha firmato un'ordinanza restrittiva contro la prostituzione. Dispiegamento di forze dell'ordine e della polizia municipale per diversi giorni, poi, quando la pressione è andata scemando, il fenomeno è riesploso di nuovo, soprattutto nella zona di confine con Pompei, quella appunto di via Sant'Antonio.

«Abbiamo provato a dare una risposta alle tante richieste che ci vengono dai cittadini che abitano in quelle zone», dice il primo cittadino che, a proposito del segnale stradale, assicura: «lo faremo rimuovere». Oggi come allora, Sannino e Falanga hanno chiesto un incontro al capo dell'amministrazione. Nel vicino comune di Pompei un'ordinanza simile esiste fin dal 2009. Le lucciole sono ancora presenti lungo le strade della città degli scavi, ma per la sola violazione della norma comunale i carabinieri hanno elevato 220 contestazioni nell'ultimo anno. Va detto però che sono poche quelle che pagano la multa di 500 euro. Il motivo? Non hanno fissa dimora e dunque non sono rintracciabili in caso di mancato adempimento. Alle sanzioni si aggiungono le richieste che le forze di polizia fanno al questore per disporre i fogli di via obbligatori, l'unico strumento, ad oggi, che riesce ad arginare il fenomeno, dopo la depenalizzazione del reato di atti osceni in luogo pubblico. Ma è anche quel deterrente che spinge le prostitute a spingersi verso Torre.

Se da un lato le azioni amministrative e di polizia sono poco efficaci e dall'altro vanno tutelate le prostitute e difese dai loro aguzzini che le sfruttano, la terza faccia del problema è rappresentata dai tanti cittadini che vivono in zone come Croce di Pasella, il confine tra i due comuni. Pochi giorni fa, tre lucciole hanno litigato in maniera violenta per strada e sono volati anche diversi schiaffi. Il motivo del contendere era l'occupazione del marciapiede di una delle due. Ma è solo l'ultimo episodio. Spesso capita che le donne e i trans si appartino con i loro clienti anche vicino alle case più isolate. «Dato che le leggi sono poco efficaci, sarebbe meglio riaprire le case chiuse, almeno eviteremo ai nostri bambini scene particolari», commentano i residenti. In un quadro così, chissà se la rimozione del segnale rappresenti davvero la priorità.
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