Il Tar riporta a scuola bimbo di 4 anni sospeso perché non vaccinato

Il Tar riporta a scuola bimbo di 4 anni sospeso perché non vaccinato
di Raffaele Perrotta
Domenica 14 Gennaio 2018, 11:34
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TORRE ANNUNZIATA - «Considerato il pregiudizio di estrema gravità e urgenza perché il provvedimento impugnato dal dirigente scolastico impedisce al bambino la frequenza della scuola di infanzia, esistono i presupposti per sospendere gli effetti di tale provvedimento al fine di consentire l'accesso alla scuola del minore». È un passaggio dell'ordinanza del Tar Campania che, in attesa della sentenza di merito fissata per il 7 febbraio, impone al preside dell'Istituto comprensivo Giancarlo Siani, Gennaro Cirillo, di riammettere in classe un bimbo di 4 anni, da lui sospeso perché, secondo il dirigente, non in linea con il decreto Lorenzin sui vaccini obbligatori.

Entro l'11 settembre scorso, secondo la norma, i genitori dei bimbi iscritti alla scuola dell'infanzia dovevano presentare idonea documentazione relativa alle vaccinazioni effettuate e da effettuare. Dovevano, cioè, portare copia del libretto delle vaccinazioni con la profilassi in regola, oppure documentazione comprovante l'omissione o il differimento, o ancora copia della prenotazione di vaccinazione all'Asl competente. A questa prima data i genitori di 18 bimbi della Siani, su una platea scolastica di 303 alunni, avevano consegnato i documenti alternativi al libretto. Da qui, secondo l'avvocato Marianna Corporente, che ha difeso l'unica famiglia che ha presentato il ricorso al Tar, «sono iniziate le pressioni del preside e delle insegnanti affinché papà e mamme dei piccoli si adeguassero ai dettami della legge». E così alcuni genitori hanno ceduto, vaccinando i bimbi, mentre altre 13 famiglie «ribelli» all'inizio di novembre hanno ricevuto il decreto di sospensione dei piccoli dalla scuola. Secondo il legale «il dirigente ha interpretato la norma in maniera troppo restrittiva, sostenendo che le vaccinazioni erano obbligatorie entro il 30 ottobre. Ma le circolari del Miur parlano chiaro sottolinea Corporente va bene anche la documentazione alternativa fino al 10 marzo e solo da quel giorno occorre essere in regola con i vaccini». Nella sostanza, è la linea fatta propria dal Tar: è presumibile, se non certo, che se per quella data il bimbo non sarà stato vaccinato dovrà comunque lasciare la scuola. Dal canto suo, il dirigente del Siani ribadisce di avere agito in modo corretto. «Non ho ancora ricevuto copia dell'ordinanza - spiega - ma mi atterrò a quanto disposto dai giudici. Tuttavia credo di essere nel giusto: la data ultima per l'infanzia era il 30 ottobre, quella del 10 marzo è per tutti gli altri alunni della scuola dell'obbligo».
 
La sentenza del Tar chiude il primo round del lungo braccio di ferro tra alcune mamme «no vax» e il vertice della scuola oplontina, sebbene il tribunale amministrativo non si sia espresso nel merito della opportunità delle vaccinazioni ma solo sulla corretta interpretazione della normativa 119 del 2017 e delle circolari del Miur, che hanno dato indicazioni operative per l'attuazione del decreto ministeriale convertito in legge. Un braccio di ferro che ha alimentato momenti di tensione anche per altri aspetti: «Nella scuola - dice l'avvocato Corporente - non c'è stato alcun rispetto delle privacy, visto che la situazione vaccinale di una decina di bimbi era a conoscenza di tutti». Ad ogni modo, è contenta per il risultato ottenuto la signora Annamaria, mamma del piccolo Alessandro che potrà tornare a scuola già lunedì. «Mi fa piacere per la decisione. Contro di noi si è fatta una caccia alle streghe, mio figlio è stato cacciato dalla scuola come se avesse avuto una malattia infettiva». Soddisfatta anche la presidente dell'associazione «Va.Li.Ca.» Raffaela Manna, che ha messo in contatto la famiglia con l'avvocato: «Siamo per il rispetto della legge - precisa - e non contro i vaccini. Però bisognerebbe capire che ogni bimbo è un caso a sé e non sempre si può sottoporre a vaccinazione secondo i tempi dettati dalla normativa».
 
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