Scoperto traffico illecito di rifiuti
«Mattoni fragili usati nell'edilizia»

Scoperto traffico illecito di rifiuti «Mattoni fragili usati nell'edilizia»
di Nello Mazzone e Alessandro Napolitano
Mercoledì 25 Maggio 2016, 08:32 - Ultimo agg. 27 Maggio, 10:37
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QUARTO. Mattoni friabili usati per costruire migliaia di abitazioni abusive tra la zona flegrea e quella casertana, miscelando i rifiuti provenienti dagli scarti delle lavorazioni edili con la pozzolana, mentre il calcestruzzo prodotto dagli emissari del clan camorristico dei Polverino era depotenziato per aumentarne i ricavi, mettendo a rischio anche la tenuta statica degli edifici. E' l'inquietante ipotesi accusatoria che emerge dall'inchiesta della Dda di Napoli che ha portato al blitz di questa mattina.

Secondo i pm dell'Antimafia partenopea, infatti, le attività di indagine avrebbero permesso di chiarire che gli indagati raggiunti questa mattina dai provvedimenti cautelari avrebbero miscelato i rifiuti provenienti dalle demolizioni con la pozzolana prodotta nella cava, rivendendone il miscuglio all’industria Moccia di Caserta, produttrice di laterizi e cemento. I controlli dei carabinieri hanno infatti stabilito come i mattoni, destinati all’edilizia civile, presentavano una particolare fragilità, circostanza peraltro emersa in maniera palese anche da alcune conversazioni telefoniche e intercettazioni ambientali finite nell'ordinanza di questa mattina. 

La pluralità di traffici illeciti ha riguardato anche i lavori di ripulitura dell’alveo di via Crocillo, nel territorio di Quarto, in cui gli indagati avrebbero secondo le accuse smaltito illecitamente i rifiuti speciali non pericolosi sia mediante abbancamento sulle stesse sponde del canale e nei terreni circostanti, con successiva copertura con terreno vegetale, che in seguito alle piogge è franato, sia mediante riposizionamento ed occultamento dei rifiuti nella medesima vasca di laminazione dell’alveo ovvero nel luogo da cui erano stati rimossi, con conseguente ostruzione del flusso delle acque.

Un filone che ripropone un particolare emerso già nella indagine «Quarto Connection» della Dda di Napoli, con cui nel 2011 fu decapitato il vertice maranese e quartese del clan guidato da Peppe Polverino alias 'o Barone.

Nelle richieste di arresto firmate dagli allora pm antimafia Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio si faceva riferimento esplicito alle centinaia di mansarde e sottotetti termici realizzati a Quarto e Marano tra il 2006 e il 2009, alcuni dei quali sarebbero stati costruiti utilizzando il cemento scadente, imposto a suon di minacce agli imprenditori del luogo dal clan camorristico dei Polverino. 

Secondo i carabinieri, infatti, a molti imprenditori della zona di Quarto, Giugliano e Marano gli emissari dei Polverino avrebbero imposto il cemento ritenuto dalla pubblica accusa scadente e realizzato dalla «Ca.Fa.90», società che - secondo le accuse tutte da provare - sarebbe riconducibile al clan di Marano. Una società attiva almeno fino al maggio del 2009, quando è stata sottoposta a sequestro preventivo penale e messa dal tribunale di Napoli in amministrazione giudiziaria. «Calcestruzzo scadente, ma imposto dalla criminalità organizzata alla stragrande maggioranza dei cantieri edili della zona di Quarto, Marano, Calvizzano e Qualiano», come si legge nelle oltre 1.200 pagine dell’ordinanza del gip Paola Valeria Scandone, che il 3 maggio 2011 firmò le 40 richieste di arresto per altrettanti presunti affiliati, gregari e capiclan di Marano e della cosca quartese denominata «Quelli della Montagna».  

Alla notizia dei sequestri, la società Moccia precisa di avere rilevato 
«fin dall’aprile del 2015, attraverso proprie analisi, la cattiva qualità della pozzolana fornita dalla ditta Neos» e di avere «immediatamente provveduto a ritirare dal mercato l’intera partita di mattoni difettosi». La stessa società ha inoltre citato in sede civile la Neos per ottenere il risarcimento dei danni subiti quantificati in non meno di 1.237.000 euro e ha denunciato in sede penale la frode subita. «In questa prospettiva - conclude in una nota il legale della ditta Moccia Industria spa, Bruno Botti - la società Moccia non solo è del tutto estranea ai fatti ma è stata gravemente danneggiata dalle condotte delittuose contestate».

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