Trapianti Campania sos comitato genitori: «Troppe carenze strutturali»

Trapianti Campania sos comitato genitori: «Troppe carenze strutturali»
Domenica 28 Agosto 2016, 12:12 - Ultimo agg. 12:13
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«Ci sono lotte infinite che possono essere combattute solo con la forza della speranza. Nessuna accusa, nessuna speculazione, solo tristezza e sconforto». Così Dafne Palmieri, portavoce del Comitato campano genitori di bambini trapiantati di cuore, ricorda - commentando la vicenda della piccola Martina, deceduta nel Monaldi dopo aver subito un trapianto atteso da tempo - «che sono 2 anni che il Comitato denuncia una carenza strutturale del servizio di assistenza per i bambini in attesa di trapianto e trapiantati di cuore». «Martina e la sua famiglia - aggiunge - hanno combattuto una battaglia lunga e faticosa, senza mai perdere il sorriso e la speranza nonostante la situazione di disagio in cui spesso si sono trovati per la disorganizzazione del servizio; avevano vinto contro il tumore, poi un anno di cuore artificiale e, finalmente, il gesto d'amore di un'altra famiglia coraggiosa». «Per cortesia non si parli di destino, oggi va solo a loro il nostro pensiero». La rappresentante del Comitato accusa: «Ci siamo rivolti a tutti gli interlocutori istituzionali, i responsabili dell'Azienda ospedaliera dei Colli non hanno dato seguito alle promesse fatte e la situazione è andata solo peggiorando, il presidente della Giunta regionale, De Luca, non ha risposto all'appello fatto a novembre 2015, ma quando è arrivato il cuore a Martina ha fatto un magnifico comunicato stampa cantando vittoria con la leggerezza di chi non sa di che tipo di battaglia si tratta». «Mio figlio, trapiantato a giugno 2014, è l'ultimo sopravvissuto. Possibile che fino a 2 anni fa c'era il 90 per cento di esiti positivi, e negli ultimi 2 anni il 100 percento di morti? L'assistenza pre e post trapianto è fondamentale. Il trapiantato è un malato cronico. Il vero traguardo non è l'intervento in se, ma la speranza che il gesto d'amore ricevuto si trasformi in una vera opportunità di vita» conclude Dafne Palmieri.
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