Tredici mesi ai domiciliari:
napoletano viene assolto

Tredici mesi ai domiciliari: napoletano viene assolto
Martedì 17 Gennaio 2017, 08:30
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Ha trascorso tredici mesi agli arresti domiciliari prima di affrontare un processo e vedersi riconosciuta l'estraneità all'accusa: quella di aver consumato una rapina, assieme ad altri complici, di due ragazze minorenni nel quartiere di Fuorigrotta.

Si è concluso così, con un'assoluzione con formula piena, il processo a carico di Antonio Noviello, ventenne napoletano, accusato di aver rapinato sotto la minaccia di una pistola ed in compagnia di un complice (condannato con giudizio abbreviato) due ragazze minorenni di Fuorigrotta. Un provvedimento firmato dalla nona sezione del Tribunale di Napoli - presidente Vecchione -, che ha accolto in toto le argomentazioni dei difensori dell'imputato, i penalisti Vanni Cerino e Fabrizio D'Urso, assolvendo l'imputato «per non aver commesso il fatto».

Gli avvocati, con un meticoloso lavoro in sede di istruttoria dibattimentale, hanno infatti dimostrato che la sera della rapina Noviello era regolarmente al lavoro e che il riconoscimento effettuato dalle persone offese presentava evidenti contraddizioni.

È la fine di un incubo per il giovane, incensurato e di buona famiglia, che ha dovuto subire anche 13 mesi di carcerazione preventiva, prima di veder riconosciuta la propria estraneità ai fatti. Una vicenda che ha segnato un punto cruciale con la raccolta delle testimonianze delle persone offese, che avrebbero puntato l'indice contro il ventenne. Solo la ricostruzione della vicenda, da un punto di vista difensivo, ha consentito di infliggere una spallata ad accuse rimaste prive di riscontri dibattimentali.