Troppi primari in Campania. Dai rettori ai funzionari, tutti tirati in ballo. Pochi risultati, anche Montemarano dovrà chiarire

Troppi primari in Campania. Dai rettori ai funzionari, tutti tirati in ballo. Pochi risultati, anche Montemarano dovrà chiarire
di Maria Pirro
Sabato 6 Febbraio 2016, 08:02 - Ultimo agg. 12:14
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Non solo manager della sanità. Funzionari e dirigenti di primo piano, competenti in materia sanità per la Regione, e l'ex direttore dell'Arsan nonché ex assessore Angelo Montemarano, sono tirati in ballo dalla Corte dei Conti. Per quale motivo? Per aver fatto parte, a vario titolo, di gruppi di lavoro e commissioni nominate per l'applicazione della spending review in aziende sanitarie ospedaliere e universitarie.Per «omesso controllo» è citato anche l'ex sub-commissario Ettore Cinque, in particolare a proposito dei tagli alle strutture territoriali nelle Asl, probabilmente quelli più difficile da attuare, a detta degli stessi tecnici. Mentre per gli ospedali risulta un decreto che a commissari e direttori generali impone di adeguarsi entro 30 giorni, ormai più di un anno fa. «Ma, senza i tagli degli incarichi ai primari, gli stessi atti aziendali, e quindi i piani di rimodulazione dei servizi, sono da considerarsi inefficaci», chiarisce il magistrato della procura della Corte dei Conti, Ferruccio Capalbo, titolare dell'inchiesta.

Nel provvedimento, un capitolo è poi dedicato ai ritardi nella riorganizzazione dei Policlinici, dove l'attività viene regolata da un protocollo d'intesa, da rinnovare periodicamente, decisivo tra l'altro perché la Regione, in attesa dell'accordo, rinvia l'istruttoria per eliminare incarichi e quindi indennità aggiuntive rispetto ai parametri indicati dalla spending review di Monti-Balduzzi e dal decreto del governatore Caldoro. Con un costo così indicato dalla Corte dei Conti: «La maggiore indennità è di 2051 euro al mese, per struttura complessa, e 481euro, per struttura semplice». Nelle pieghe del fascicolo, è rivelato anche questo retroscena: considerati i ritardi accumulati, un altro ex subcommissario ad acta, Mario Morlacco (estraneo all'inchiesta), provvede in prima persona, di iniziativa a predisporre e inoltrare le bozze al ministero dell'economia. Un intervento che, tuttavia, non basta a risolvere il caso. Difatti, sono invitati a chiarire il perché della mancata revisione delle strutture complesse anche i rettori Gaetano Manfredi, della Federico II, e Giuseppe Paolisso, della Seconda Università di Napoli. Naturalmente, è importante precisare che la notifica del provvedimento non è un atto di colpevolezza ma un avviso a garanzia perché tutti possano chiarire. Si tratta di accertamenti ancora nella fase preliminare.

Dai primi riscontri già acquisiti agli atti nell'istruttoria non mancano, infine, i disguidi tra manager. Stando alla ricostruzione della magistratura contabile, quando Loredana Cici (estranea all'inchiesta) subentra ad Antonio Pedici, in qualità di commissario all'istituto tumori Pascale, non avviene un formale passaggio di consegne, che rende, se si può, ancora difficile «operare d'urgenza».

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