Truffa on line, il «cartellino rosso»
dell'arbitro internazionale Guida

Truffa on line, il «cartellino rosso» dell'arbitro internazionale Guida
di Dario Sautto
Mercoledì 1 Marzo 2017, 11:14
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Torre Annunziata. Un profilo Facebook pieno di post in cui si autocelebrava e criticava anche ferocemente i colleghi per i loro errori. Un account social troppo clamoroso per essere vero, un'ombra lunga e inquietante che avrebbe potuto condizionare non poco la sua carriera professionale. Vittima di quello che si è subito delineato come un furto d'identità è Marco Guida, 35 anni, di Torre Annunziata. Di professione arbitro internazionale. Nella città oplontina Guida è tuttora residente e, da quando arbitra tra i professionisti, non ha profili social ufficiali. I regolamenti dell'Aia (Associazione Italiana Arbitri) e della Figc sono molto restrittivi da questo punto di vista. Due anni fa, però, un profilo Facebook a suo nome e con tanto di fotografia col fischietto aveva rischiato di minare la sua ascesa professionale.

Da pochi mesi aveva cominciato ad arbitrare anche gare di coppe europee, ed ecco i primi post «pericolosi». Due, in particolare, hanno fatto scattare immediatamente la denuncia alla Procura di Torre Annunziata, presentata direttamente dai suoi legali, gli avvocati Gennaro Maresca e Domenico Luca Matrone, che ha fatto partire le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Andreana Ambrosino. È il gennaio 2015, quando Guida prende una decisione (giusta) convalidando il gol-non gol ad Astori, difensore della Roma, contro l'Udinese. Dopo la traversa, il pallone batte a terra, ma dopo la linea: la rete viene convalidata e la partita di Udine finisce 0-1 per i giallorossi. Il giorno dopo, sul profilo social pirata compare un commento in prima persona della vicenda, molto ben dettagliato, con tanto di foto della palla che ha varcato la linea e spiegazione della decisione. Sembra scritto da un arbitro, da una persona comunque competente, qualcuno pensa che sia proprio lui. Ancora qualche giorno e dallo stesso account appare un post di complimenti a un altro arbitro, il collega Antonio Damato, per la designazione a direttore di gara per un match di cartello.

Nei confronti di altri arbitri, invece, una pioggia di commenti ingenerosi. Dopo qualche post, arriva la segnalazione allo stesso Guida che, avendo più dimestichezza con i cartellini che con la vita social, si affida ai due avvocati di Torre Annunziata. Così, parte la prima diffida dei legali, poi la richiesta di sequestro del profilo illegale, che viene accordata solo qualche mese dopo dalla Procura. Quei post sono rimasti online per molte settimane e solo per caso non hanno avuto conseguenze particolari. Adesso, Facebook ha oscurato quel profilo ora sotto sequestro e secretato, insieme ai post incriminati e nel frattempo gli inquirenti hanno svolto una prima parte delle indagini, senza riuscire ad arrivare al nome del «pirata» del web.

Così, gli uffici di Procura hanno chiesto l'archiviazione del fascicolo d'inchiesta che ipotizza il reato di sostituzione di persona contro ignoti. Ieri mattina, però, dinanzi al giudice per l'udienza preliminare Giovanni de Angelis, gli avvocati Maresca e Matrone hanno discusso la loro opposizione all'archiviazione con la quale hanno inoltrato la richiesta di ulteriori indagini. L'opposizione è stata accolta, dunque il gup ha ordinato alla Procura nuove indagini per individuare il responsabile del reato, indicando anche le modalità suggerite dai difensori di Guida. Dopo la rogatoria internazionale e il rimbalzo di competenze, la questione era tornata alla Procura oplontina che, purtroppo, non era riuscita ad ottenere le dovute autorizzazioni dagli Stati Uniti. Lì, infatti, questo tipo di reato non esiste, dunque è molto più complicato comunicare con le autorità statunitensi. Dopo gli ultimi casi il più eclatante quello del video virale che ha poi spinto Tiziana Cantone al suicidio la collaborazione tra i colossi del web americani e le autorità italiane è aumentata. Dunque, la Procura di Torre Annunziata si affiderà alla polizia postale e potrà finalmente ottenere tutte le autorizzazioni per l'utilizzo del «file log» del profilo pirata, riuscendo così a risalire al responsabile del furto d'identità di Marco Guida. Tutto sarà possibile grazie al recupero dei dati che sarà effettuato direttamente tramite Facebook Italia che, dopo le dovute autorizzazioni, affiderà la documentazione elettronica agli esperti degli uffici inquirenti oplontini. Naturalmente, vista la delicatezza della vicenda, Marco Guida e i suoi legali hanno preferito non commentare la situazione, in attesa degli ulteriori sviluppi investigativi.
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