Ercolano. Ucciso perché aveva la stessa auto del boss: quattro arresti dopo 6 anni Foto

Ercolano. Ucciso perché aveva la stessa auto del boss: quattro arresti dopo 6 anni Foto
di Maurizio Capozzo
Mercoledì 24 Febbraio 2016, 08:59 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 09:51
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ERCOLANO. Morto per errore: vittima inconsapevole di una assurda faida di camorra tra gli Ascione-Papale ed i Birra-Icomino, colpevole solo di viaggiare a bordo di un auto simile a quella della vittima predestinata. Dopo sette anni gli inquirenti sono riusciti a fare luce sull'omicidio di Salvatore Barbaro, avvenuto il 13 novembre 2009 a via Mare, stradina a pochi passi dagli Scavi. I killer freddarono il giovane senza lasciargli scampo. La famiglia del ragazzo non si diede mai pace e per anni ha sempre cercato di ricostruire la verità sulla tragedia.
 



Stamattina i carabinieri della compagnia di Torre del Greco, col maggiore Michele De Rosa, hanno eseguito quattro ordinanze cautelari emesse dal Gip del tribunale di Napoli nei confronti di altrettanti esponenti della cosca Asione -Papale, ritenuti responsabili dell'agguato, in un'indagine della Dda coordinata dal pm Pierpaolo Filippelli. 

La sera del 13 novembre 2009 i carabinieri si trovarono di fronte una scena terribile in via Mare: il cadavere del 29enne devastato da undici colpi di pistola sparati da distanza ravvicinata. Una esecuzione che non poteva lascare scampo, una missione di morte commissionata senza lasciare spazio ad errori. Ed invece l'errore c'era stato ed anche clamoroso.

La dinamica dell'agguato rimandava subito ai killer di camorra, ma quel giovane con gli ambienti della mala aveva ben poco a che fare. La sua passione era il canto e per sbarcare il lunario si esibiva nelle feste dei neomelodici col nome d'arte di Salvio. Fu per questa ragione che le prime indagini si indirizzarono subito nell'ambiente dei neomelodici e si cercò di approfondire le frequentazioni del cantante. Nel frattempo i familiari di Barbaro si affannavano a spiegare che Salvatore era un bravo ragazzo e che nessuno poteva avercela con lui. Ma i dubbi degli inquirenti, visto il contesto, aumentavano ed erano più che comprensibili.

Come spesso accade in questi casi su quella morte - una delle tante in terra di camorra - presto calò il silenzio. Ma il lavoro degli inquirenti e dei magistrati dell'Antimafia non si è femato e così, sette anni dopo, è arrivata la verità: ad ammazza Salvatore furono i killer degli Ascione-Iacomino, convinti di aver ucciso un rivale dei Birra -Iacomino, tratti in inganno dall'auto usara da Barbaro, in tutto simile a quella della vittima designata.

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