Ucciso a 17 anni nel Napoletano, striscioni per Nicholas: «Sei il più bello del Paradiso»

Ucciso a 17 anni nel Napoletano, striscioni per Nicholas: «Sei il più bello del Paradiso»
di Dario Sautto
Venerdì 29 Maggio 2020, 11:00
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Dopo i fermi dei due presunti assassini del 17enne Nicholas Di Martino, adesso è caccia agli autori dell'agguato di vendetta contro il 21enne Salvatore Pennino. Indagini serrate e controlli a tappeto, a Gragnano, dove da inizio settimana è altissimo il rischio di una faida di camorra. Le forze dell'ordine stanno presidiando notte e giorno tutte le strade principali della città, con gli investigatori che sono sulle tracce dei presunti autori anche della sparatoria avvenuta circa un'ora dopo la rissa a coltellate costata la vita al 17enne, nipote del boss ergastolano Nicola Carfora.

Con il 18enne Maurizio Apicella e il 21enne Ciro Di Lauro detenuti nel carcere di Secondigliano perché accusati in concorso dell'omicidio di Nicholas e del tentato omicidio del cugino 30enne Carlo Langellotti, gli investigatori ora stanno chiudendo il cerchio sul quel secondo episodio, secondo gli inquirenti una chiara risposta all'uccisione del 17enne, visto che Pennino (ferito di striscio a un polso) è ritenuto vicino ai rampolli del clan Di Martino e della famiglia Apicella.

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In piena sinergia, polizia e carabinieri stanno collaborando nelle indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, con il pm Giuseppe Cimmarotta che questa mattina sosterrà l'accusa, pesante, nei confronti dei due giovani fermati e il contesto camorristico in cui sono maturati i fatti. Apicella (assistito dagli avvocati Giuliano Sorrentino e Carlo Taormina) e Di Lauro (avvocato Francesco Romano) saranno davanti al giudice per l'interrogatorio e per la convalida del fermo.
 


I due sono stati identificati in foto anche da Langellotti, ancora ricoverato all'ospedale San Leonardo dopo un delicato intervento chirurgico per le varie coltellate al torace e ascoltato in due brevi interrogatori il giorno dopo l'operazione. Il 30enne ha riconosciuto i due aggressori ma non ha dato un movente, invece venuto fuori dalle indagini lampo e da alcune testimonianze decisive. Nicholas sarebbe stato ucciso per un'invasione di territorio, uno sgarro che aveva portato già ad alcune liti nei giorni scorsi e avrebbe spinto Apicella ad armarsi per sferrare l'attacco alla prima occasione utile, arrivata proprio nella notte tra domenica e lunedì. Uno scontro tra bande rivali, che ha spinto l'Antimafia ad accelerare, alla ricerca di tutti i partecipanti ai vari scontri in stile Gomorra culminati in quella notte di follia, sangue e morte.

Intanto, dopo l'autopsia, la salma di Nicholas sarà restituita ai familiari per i funerali, che saranno quasi certamente vietati dalla Prefettura per motivi di ordine pubblico e ristretti ai parenti più intimi del ragazzino. Nel frattempo, nei pressi dell'abitazione del 17enne sono stati affissi striscioni e gigantografie con le foto del giovane. «Solo che non doveva andar così.
Non sarà più vita senza il tuo sorriso. Sei il nostro Angelo, il più bello del Paradiso» hanno scritto i parenti e ancora «chi vive nel cuore di chi resta non muore mai». 

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