Ucciso come un boss a 21 anni:
vendetta per un debito non pagato

Ucciso come un boss a 21 anni: vendetta per un debito non pagato
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 19 Settembre 2017, 23:55 - Ultimo agg. 21 Settembre, 13:22
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Nicola si sentiva già un boss. Forte del cognome che portava - nato, cresciuto e vissuto nelle atmosfere torbide di un quartiere difficile che tra mille difficoltà cerca di riscattarsi da un’immagine nera - voleva quello che tutti i giovani della Malanapoli cercano: soldi e potere, subito. Potere criminale. Nicola Notturno è stato massacrato con il macabro rituale riservato ai capiclan e agli infami: dieci colpi di pistola, molti dei quali esplosi al volto. Ora le indagini imboccano una pista precisa.

Escludendo, come si era ipotizzato in un primo momento, la matrice di una vendetta trasversale maturata per colpire lo zio del ragazzo, che oggi è collaboratore di giustizia. A decretare la condanna a morte del ventunenne «erede» di una delle famiglie che fino a una decina d’anni fa dettava legge a Scampia è stato quasi sicuramente il passo più lungo della gamba fatto nel tentativo di scalare le nuove, dinamiche e sempre più fluide gerarchie camorriste. Il giovane sarebbe stato ucciso per un debito di una consistente partita di droga non pagata.

 

Le ipotesi
Nicola «’o chiatto» avrebbe deciso di riorganizzare le fila di una cosca un tempo potente e ricca. Le piazze dello spaccio gestite dal cartello Abete-Abbinante-Notturno fino a poco tempo fa (erano gli anni d’oro dello spaccio di Scampia e Secondigliano) fatturavano qualcosa come più di 4000 milioni di euro l’anno. Cocaina SpA: l’azienda criminale che garantisce soldi facili, e subito. Le indagini della Squadra mobile della Questura guidata da Antonio De Iesu hanno preso una direzione precisa. Nicola Notturno è stato assassinato perché da alcune settimane avrebbe iniziato a tessere la tela della riorganizzazione delle piazze di spaccio. Perde peso, invece, l’ipotesi che i killer lo abbiano colpito per lanciare un messaggio intimidatorio ai pentiti. 

Il profilo criminale
Che il ventunenne figlio del boss Raffaele Notturno, ora in carcere, fosse un obiettivo tutto sommato facile lo sapevano bene i suoi assassini. Di recente Nicola aveva «esternato» - attraverso alcuni post pubblicati sulla pagina del proprio profilo Facebook - alcune frasi dal contenuto sibillino. Espressioni, tuttavia, che trasudavano preoccupazione mista a un desiderio di vendetta. Ma nei confronti di chi?

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