«Io campionessa ucraina continuo ad allenarmi a Napoli, qui ho trovato pace»

«Io campionessa ucraina continuo ad allenarmi a Napoli, qui ho trovato pace»
di Gianluca Agata
Lunedì 28 Marzo 2022, 10:10
4 Minuti di Lettura

La solidarietà è una rete che sai dove comincia e non sai mai dove finisce. È come nel caso dell'accoglienza di quanti stanno scappando dalla guerra in Ucraina. Il console di Bulgaria, Gennaro Famiglietti, grazie all'amicizia con il console generale dell'Ucraina a Napoli Maksym Kovalenko, ha rivolto un invito a tutti i circoli napoletani: fare qualcosa per i bambini e quanti stanno scappando da quel Paese martoriato. Non qualcosa di fine a se stesso ma che possa incidere nella vita di quanti arrivano a Napoli. Tutti riuniti attorno al tavolo i circoli, ognuno con le proprie capacità da mettere a disposizione di chi è in fuga dalla guerra.

Tatyana Yednak ventiseienne nazionale ucraina di Kayak e scappata da Ternopil, a 2 ore da Leopoli, ed è stata accolta al Posillipo.

Oggi si allena a Lucrino. La storia di Tatyana è stata segnalata al circolo da Karina Samoylenko, etoile del San Carlo, madre ucraina e padre russo, referente del consolato per l'accoglienza. È lei che scrive a quanti arrivano a Napoli. Ne chiede le esigenze, individua i contatti giusti. Circoli e non solo. Il passaggio successivo sono le scuole di danza della regione e non solo per prendere come esempio ciò che hanno fatto i circoli nautici e sportivi delle province di Napoli e Salerno. Karina Samoylenko vuole allargare tutti insieme il cerchio della solidarietà e regalare a questi bambini la possibilità di fare danza, judo, basket, calcio, ginnastica artistica e tanto altro. Può sembrare pretenzioso ma pochi giorni fa racconta di aver avuto la dimostrazione che insieme si può davvero cambiare la vita di qualcuno. Un sasso nello stagno che genera un'onda di generosità. Insieme si può. Come avvenuto per Tatyana, che non appartiene al programma del consolato per i bambini tra i 6 e 10 anni, ma che ha manifestato una esigenza ed una richiesta. Yednak- Kovalenko-Famiglietti. Effetto domino e il grande cuore di Napoli si è aperto. La storia di Tatyana parte da Ternopil: 2100 km.

Come è andato il viaggio da Ternopil fino a Napoli?
«Il viaggio è stato pesante, soprattutto per mia nonna che è invalida e che ha viaggiato con me. Siamo arrivate a Napoli in macchina, ci abbiamo messo 3 giorni. Abbiamo raggiunto mia mamma che lavora qui da qualche anno».

Chi ha lasciato in Ucraina?
«Ho ancora amici e conoscenti. Mantengo con loro un buon contatto con loro, ci sentiamo spesso. Nelle loro città suonano le sirene, grazie a Dio non ci sono bombardamenti ma ovviamente tutto fa molta paura, sono sempre molto preoccupata».

Video

Quale pensa sia il futuro del suo Paese?
«Al momento è difficile dirlo. Soltanto il tempo farà vedere quale sarà il futuro dell'Ucraina. Per adesso ci auguriamo che tutto questo finisca il prima possibile. Gloria all'Ucraina».

Cosa pensa di Putin?
«Penso soltanto che è un fascista e non dovrebbe essere ancora vivo».

È già stata a Napoli in precedenza? La conosceva?
«Si un pochino, sono venuta qui due anni fa a trovare mia madre, abbiamo fatto due settimane di mare ed ho dei ricordi molto belli».

Quarta in coppa del mondo nel 2020, nazionale di Kayak Sprint, punta di diamante della sua rappresentativa. Quali i suoi obiettivi da atleta?
«Sto riprendendo la mia forma atletica. Sto cercando di fare tutto il possibile per tornare a gareggiare in forma perfetta grazie al presidente, all'allenatore e a tutti coloro che mi hanno accolto al circolo Posillipo».

Pensa di tornare in Ucraina?
«Non voglio vivere in un posto dove appena fuori dalla mia finestra volano missili né dove suonano sirene in continuazione. Ho bisogno di avere pace, Napoli è il posto in cui l'ho trovata».

Come vede il suo futuro?
«Non sono sposata né ho figli ma in futuro immagino di avere una famiglia felice. I miei cari per fortuna non sono in guerra».

© RIPRODUZIONE RISERVATA