Uffici in fitto per dieci milioni
ma c’è un palazzo abbandonato

Uffici in fitto per dieci milioni ma c’è un palazzo abbandonato
di Paolo Barbuto
Sabato 8 Aprile 2017, 09:27 - Ultimo agg. 09:29
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Nelle cartoline degli anni ‘40 del secolo scorso, il palazzo è modernissimo, dotato di ogni comfort: l’hotel Universo, nel cuore di Napoli era sinonimo di accoglienza perfetta. Nelle fotografie del 2017 è una struttura fatiscente, pericolosa, abbandonata, colma d’immondizia e di degrado: 9.500 metri quadri al centro di piazza Carità, di proprietà della Regione Campania, che marciscono senza nessuna attenzione. Nel frattempo, però, la Regione investe dieci milioni in fitti passivi per ospitare uffici e dipendenti: c’è qualcosa che non quadra. I dipendenti più grandi d’età ricordano quando quegli uffici erano «vivi», lo sono stati fino al 2004.

Poi l’addio, l’abbandono verso strutture più moderne ed efficienti; poi i progetti di alienazione (dieci anni fa tentarono, senza successo, di vendere l’edificio per 24 milioni di euro), infine l’oblìo. Quel palazzo è stato cancellato per un decennio dall’agenda e dalla vita della Regione Campania. Entrarci oggi è come fare un salto dentro un film horror. Soffitti crollati, animali che hanno nidificato nelle stanze dei dirigenti dove ancora si intuisce il parquet sui pavimenti, migliaia di faldoni accatastati ovunque: lì dentro c’è tanta parte della vita amministrativa della nostra terra.


Magari sarà «roba vecchia», però ci sono interi scaffali pieni di progetti (come quelli di ammodernamento della linea ferroviaria Cumana, ad esempio) che ancora oggi potrebbero tornare utili. Il viaggio dentro l’orrore del palazzo in abbandono avviene in compagnia di Luigi Riccio, al vertice della direzione generale per le risorse strumentali, ha presentato un progetto che prevede il recupero di quel palazzo nel giro di cinque anni: se tornasse lì (e in altre strutture da riattare) una parte degli uffici, la Regione risparmierebbe 3,6 milioni all’anno di fitti passivi. «Sono certo che quest’iniziativa decollerà a breve», dice con entusiasmo Riccio. Ma tutt’intorno c’è una situazione che non lascia spazio all’entusiasmo. Cinque piani con degrado perfettamente identico.

Quelli inferiori vengono utilizzati come discarica dai negozi della zona: sono invasi da banchi di salumeria e pasticceria in disuso, sono travolti da ombrelloni rotti e sedie spaccate, sono aggrediti da mucchi di scarti edili e pattume. In una stanzetta c’è pure un letto che qualcuno, non di recente, ha utilizzato trasformando quel palazzo abbandonato in una casa (poco) accogliente.
Man mano che si risale verso i piani alti scompare la «mano» degli sversatori di rifiuti e appaiono i crolli causati dall’incuria: i controsoffitti hanno ceduto, i faldoni hanno attirato muffa e animali. Nelle stanze del terzo piano c’è perfino una canna fumaria usata e abbandonata. Il sospetto è che l’abbiano gettata lì dentro gli operai che ne hanno piazzata una tutta nuova a servizio di un ristorante che si trova lì vicino. Ma è solo un sospetto, per carità.

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