False cittadinanze a calciatori: così l'ufficiale infedele pieno di debiti ha trasformato l’Anagrafe in un affare

False cittadinanze a calciatori: così l'ufficiale infedele pieno di debiti ha trasformato l’Anagrafe in un affare
di Carmen Fusco
Sabato 8 Aprile 2017, 08:39 - Ultimo agg. 14:10
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BRUSCIANO - Un debito contratto nel 2007 che non sarebbe riuscito ad onorare entro i tempi stabiliti. Potrebbero esserci le difficoltà economiche dietro il traffico di false pratiche per il conseguimento della cittadinanza italiana, alimentato dal funzionario dell’anagrafe e dello Stato civile del Comune di Brusciano. Il dipendente comunale avrebbe dovuto restituire entro il 2014 la somma avuta in prestito dalla finanziaria, non avendolo fatto era finito in mano una società di recupero crediti. 

È quanto emerge dalle 115 pagine dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale firmata dal Gip del tribunale di Nola, Daniela Critelli. Michele Di Maio, 59 anni, sarebbe entrato a far parte della cricca per risanare la cassa di famiglia. Ipotesi avvalorata dal fatto che sarebbe proprio il 2014 l’anno zero dall’attività illecita. Ma come sono arrivati nel centro del napoletano i giocatori brasiliani? E soprattutto come ha fatto Vanderlei Luis Sonda, il titolare italo brasiliano dell’agenzia di disbrigo pratiche di Terni ad agganciare Di Maio? Chi ha fatto conoscere il dipendente comunale al “talent scout” di funzionari infedeli che aveva agganci anche in altri Comuni italiani? Domande alle quali i carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna, coordinati dal capitano Tommaso Angelone, daranno una risposta. 

L’indagine della Procura di Nola attualmente diretta dal procuratore Stefania Castaldi, continua. Si cercano legami e collegamenti che, stando ai primi risultati, travalicano l’Italia per raggiungere l’America Meridionale e che potrebbero riservare anche altre sorprese, soprattutto in Campania. 

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