Ufficio Gip, scatta l'allarme nove toghe pronte a lasciare

Ufficio Gip, scatta l'allarme nove toghe pronte a lasciare
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 11 Settembre 2016, 14:38
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Nelle delicate alchimie che sovrintendono alla macchina della giustizia è sicuramente l'ufficio più importante. Uno dei gangli vitali, al cui funzionamento resta legata l'ottimizzazione di indagini, udienze, intercettazioni, misure cautelari personali e patrimoniali. Parliamo dell'Ufficio del giudice per le indagini preliminari. Ciclicamente al centro di querelle e dibattiti che si riaprono ogni qualvolta ci si trova di fronte a un'emergenza (e dunque, trattandosi di Napoli, quasi sempre), sul Gip tornano ad accendersi i riflettori alla ripresa delle attività giudiziarie. E a lanciare il nuovo allarme è lo stesso presidente del Tribunale partenopeo, Ettore Ferrara: «Corriamo il rischio di trovarci a breve con un ufficio decapitato e con un organico ridimensionato», dice. Tutta colpa di una serie di motivi e di imprevisti ai quali il presidente del Tribunale, già al lavoro dalla fine di agosto per far fronte anche a questo rischio, sta cercando di porre rimedio per ciò che è nelle sue possibilità.

Purtroppo, come spesso accade quando si parla di giustizia, il discorso resta sempre lo stesso: è quello della coperta corta, troppo corta, che da qualunque lato la si tiri finisce con il lasciare scoperto qualcosa. E dunque: a breve dei 46 posti previsti in pianta organica e riservati ai magistrati, dall'Ufficio gip andranno via ben nove toghe. A cominciare dai vertici. A settembre lascia il coordinatore vicario, Bruno D'Urso, in conseguenza della norma che prevede l'avvicendamento dopo gli otto anni di permanenza nell'incarico; a dicembre andrà via anche il presidente dell'ufficio, Giustino Gatti.

«A luglio - spiega Ettore Ferrara - abbiamo bandito l'ultimo concorso interno per garantire la regolare copertura delle tre sezioni ancora vacanti. Nel frattempo però è accaduto che per uno dei giudici è maturata la decennalità, mentre degli otto colleghi inviati dal Consiglio superiore della magistratura al Tribunale di Napoli due non sono legittimati non avendo il requisito dei due anni di esperienza al dibattimento penale; inoltre una collega ha chiesto e ottenuto il trasferimento a Benevento: dunque in totale ci ritroviamo con sette posti vacanti». A questa emergenza il presidente del Tribunale sta cercando rimedio - almeno per i primi mesi - con soluzioni tampone: rallentando il passaggio di cinque dei magistrati che vanno via.

A questo punto non può che auspicarsi l'intervento del Consiglio superiore. Tanto più che, in questo momento, Napoli torna a rappresentare un'emergenza nazionale sul versante della lotta alla microcriminalità e alla camorra. Solo qualche mese fa, prima dell'estate, in Prefettura si tenne un comitato per l'ordine pubblico al quale parteciparono i ministri dell'Interno e della Giustizia. Tutti furono concordi nel riconoscere una corsia preferenziale alla città in ostaggio di bande, clan e microcriminali. Ora è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti. Cominciando proprio dal potenziamento del Gip.

Un ufficio vitale per il funzionamento della macchina giustizia.
Attraverso i giudici per le indagini preliminari transitano le richieste di misure cautelari della Procura (e della Dda), i sequestri, le intercettazioni, le udienze di convalida e quelle preliminari; i riti abbreviati; ed ancora: le richieste di revoca delle misure. Una mole di lavoro enorme e delicatissima. E, come se tutto questo ancora non bastasse, si tenga conto che all'Ufficio gip di Napoli confluiscono anche tutti i fascicoli provenienti dal Tribunale di Napoli Nord in materia di criminalità organizzata. Per questo non si può che restare senza parola di fronte alla recente proposta lanciata dal ministero della Giustizia che punta a ridurre di ulteriori altri dieci posti l'organico complessivo del Tribunale di Napoli. Speriamo che qualcuno ci ripensi. E presto. 
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