Campania, assistenza a rischio
solo due giorni per evitare lo stop

Campania, assistenza a rischio solo due giorni per evitare lo stop
di Gerardo Ausiello
Mercoledì 28 Settembre 2016, 09:11 - Ultimo agg. 11:34
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Corsa contro il tempo per scongiurare il blocco delle prestazioni e il rischio licenziamenti per 2mila operatori della sanità. De Luca alle prese con l'incubo dei tetti di spesa che, puntualmente, si ripropone ogni anno come un orologio svizzero. Il governatore aveva garantito che con lui non sarebbe successo ma in queste ore, evidentemente, ha dovuto ricredersi.

Questa la situazione: tutti i centri accreditati devono firmare i contratti con la struttura commissariale entro dopodomani altrimenti saranno fuori dal sistema degli accreditamenti. Significa che, in caso di fumata nera, da sabato in poi le prestazioni non saranno più garantite dal servizio sanitario regionale e dunque i cittadini dovranno pagare gli esami di tasca propria, oppure rivolgersi alle strutture pubbliche (affrontando il calvario delle liste d'attesa). A quel punto il destino per 2mila lavoratori (che hanno già ricevuto le lettere di prelicenziamento) sarebbe segnato. Ne sono consapevoli i rappresentanti sindacali del comparto che l'altro ieri, mentre De Luca e Polimeni discutevano del piano di rientro all'hotel Royal tentando di superare le tensioni di questi mesi, protestavano sul lungomare. La firma dei contratti, però, è tutt'altro che scontata. Il commissariato insiste sulla clausola di salvaguardia che ha fatto infuriare De Luca: Polimeni e D'Amario hanno infatti subordinato l'intesa alla rinuncia, da parte dei privati, del contenzioso pregresso. I titolari dei centri, tuttavia, non ci stanno e annunciano battaglia. Il Tar, nel frattempo, ha concesso la sospensiva in attesa della pronuncia nel merito fissata per il 12 ottobre.
Ma il governatore non ha nessuna intenzione di attendere due settimane per risolvere il problema, che appunto dal primo ottobre esploderebbe in tutta la sua drammaticità. Da qui il (difficile) tentativo di mediazione che sta mettendo in atto in queste ore.

Ai commissari, con i quali è in corso un disgelo almeno sul fronte del piano ospedaliero («hanno lavorato bene», ha detto davanti ad una platea di addetti ai lavori), De Luca ha ribadito che non intende accettare quella clausola: «La considero incostituzionale», ha tuonato ieri ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli. E allora se dovesse andare avanti il contenzioso giudiziario, l'ex sindaco di Salerno si schiererebbe dalla parte dei privati. «Sosterrò le ragioni di chi parla di incostituzionalità, tanto per essere chiari», è stato l'avvertimento.

Ai privati, però, De Luca chiede un gesto di responsabilità. «Non dovete rinunciare al contenzioso, so che quelle risorse sono state inserite nei vostri bilanci» ha sottolineato, invitando quindi i titolari dei centri a raggiungere in tempi rapidi un accordo con la struttura commissariale. A complicare la situazione è poi l'altro braccio di ferro che vede da un lato Polimeni e D'Amario e dall'altro le case di cura. «I commissari hanno previsto un incremento di risorse di 25 milioni ma io ritengo che sia insufficiente. Su questo punto ho un'opinione totalmente diversa da loro perché si parte da un calcolo del fabbisogno vecchio di 10-15 anni, una responsabilità della Regione e di quelli che avrebbero dovuto definire i tetti di spesa, ma purtroppo questa materia, prima che arrivassi io, era nelle mani di un solo funzionario regionale». Così si tratta ora di «definire un fabbisogno aggiornato». Stando ai calcoli degli esperti di Palazzo Santa Lucia, per le case di cura e per i centri accreditati servirebbero almeno altri 17 milioni. Che però, nel pozzo senza fondo della sanità campana, rischiano ancora di non essere sufficienti. Lo conferma un dato: i 5 milioni sbloccati solo per l'ospedale Pineta Grande di Castel Volturno e per Villa dei Fiori di Acerra non basteranno ad evitare il blocco dei ricoveri in pronto soccorso (non coprono neppure gli stipendi per la metà del personale). Una situazione preoccupante, che l'ex sindaco di Salerno definisce «da manicomio» e rispetto alla quale servirà uno sforzo straordinario. La luce in fondo al tunnel, tuttavia, ancora non si vede.