Quelle bufale sul Vesuvio non aiutano la scienza

Quelle bufale sul Vesuvio non aiutano la scienza
di Franco Mancusi
Martedì 25 Agosto 2015, 16:46 - Ultimo agg. 16:58
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Vesuvio, croce o delizia dei napoletani? Puntualmente con l'afa opprimente di ferragosto, tornano le paure e gli allarmismi in previsione di una ipotetica eruzione imminente. A titolo personale qualche studioso cerca un soffio di notorietà impressionando cittadini, buontemponi e mass-media pronti ad ospitare falsi scoop facili. La psicosi si diffonde, ma la vita continua regolarmente nei popolosi Comuni alle falde del vulcano dove, anzi, sarà per fatalismo o per esperienza consolidata, le popolazioni reagiscono ormai senza particolari emozioni alle voci sulla catastrofe che non arriverà.



Si sta bene, benissimo nelle case e nelle ville del vastissimo comprensorio vesuviano, da sempre luoghi ameni di villeggiatura e di straordinaria qualità residenziale. Stavolta, però, il falso di Ferragosto rischia di provocare conseguenze serie all'interno della comunità scientifica e nell'opinione pubblica, in difesa di fronte agli allarmismi ricorrenti. Dalle polemiche accademiche si passa alle accuse di manipolazione dei dati scientifici pubblicati su documenti di provato prestigio internazionale.



Tutto nasce dalla denunzia di due ricercatori napoletani che in un articolo attribuito alla rivista «Nature», affermano di considerare imminente un eruzione catastrofica del vulcano per la presenza di un gigantesco bacino magmatico a 8 chilometri di profondità nella zona centrale della caldera che abbraccia Vesuvio e Campi Flegrei. Ieri sera il direttore dell'Osservatorio Vesuviano, Pino De Natale, contestando le affermazioni dei due ricercatori (Giuseppe Mastrolorenzo e Lucia Pappalardo), non soltanto ha smentito qualsiasi ipotesi di rischio imminente, ma ha negato addirittura che l'articolo di denunzia sia mai stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale «Nature». Un giallo di non facile soluzione, insomma, sulla pelle dei napoletani che forse continuano a fare bene nell'affidarsi sempre e soltanto a San Gennaro per sentirsi in qualche modo protetti dal pericolo incombente.



«Voglio tranquillizzare innanzi tutto i cittadini che hanno tempestato nei giorni scorsi i centralini del nostro Osservatorio - spiega De Natale - dati alla mano posso confermare che al momento non esiste alcun pericolo di eruzione per il Vesuvio, tanto meno per i Campi Flegrei. La presenza del magma a 8 chilometri di profondità era stata già rilevata nel corso della campagna "Tomografia Sismica" condotta dal '94 al 2001. Il sollevamento di 20 centimetri, del tutto fisiologico per un'area vulcanica, si riferisce ai Campi Flegrei e non a quella del Vesuvio. Cose che "Nature" mai si sarebbe sognata di accreditare. Quanto ai media, sarebbe bastato informarsi attraverso il nostro sito web o i centralini sempre disponibili dei nostri uffici per non incorrere nell'ennesima gaffe di mezza estate».



Mastrolorenzo, però, respinge le accuse, conferma l’articolo e promette scintille. Tutto sereno sotto il cielo dei vulcani napoletani? Non proprio, perché se al momento non c'è il minimo segnale di allarme, fermi a zero risultano i piani di sicurezza, che la Protezione civile avrebbe dovuto attuare nei territori a rischio dopo l'approvazione a tavolino. I promessi interventi di prevenzione all'interno delle due zone rosse (che comprendono ormai gran parte del capoluogo) non sono mai partiti. I programmi di conoscenza e di educazione sono fermi al palo. Un' interrogazione del consigliere Verde Francesco Emilio Borrelli trasferirà il confronto nell'assemblea regionale.