Vesuvio, habitat cancellato ma nessuno rimuove i rifiuti

Vesuvio, habitat cancellato ma nessuno rimuove i rifiuti
di Maurizio Capozzo e Francesco Gravetti
Martedì 25 Luglio 2017, 10:30 - Ultimo agg. 15:06
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Il peggio è passato. Sui tornanti verso quota mille si lavora senza sosta per la messa in sicurezza dei siti. I turisti sono rigorosamente tenuti alla larga, i ristoranti restano chiusi. Ma, nonostante i controlli, alle pendici del Vesuvio si continua a sversare rifiuti come testimoniano i fermi di carabinieri e polizia locale e come documentano le immagini raccolte ieri. E intanto alle porte incombe la paura. Le previsioni meteo dei prossimi giorni annunciano violenti acquazzoni che saranno il primo vero test sui danni provocati dai roghi. Gli esperti hanno manifestato preoccupazioni sul rischio frane legato ai pesanti danni provocati alla vegetazione del vulcano. Di qui l'allerta massima e la cautela che consiglia di tenere ancora chiusa la vetta del vulcano in attesa degli eventi. 
 

 

Il «day after», da Ercolano a Torre del Greco fino ad Ottaviano si manifesta in tutta la sua tristezza tra il silenzio dei luoghi abitualmente affollati di turisti e la puzza di bruciato che continua a impregnare l'aria fresca del Vesuvio. Gli uomini dell'Esercito tengono sotto controllo il teatro dei roghi, polizia, carabinieri e vigili hanno intensificato i controlli, ma nemmeno questo sembra scoraggiare i professionisti dell'inquinamento.
 

I carabinieri nei giorni scorsi avevano scoperto e denunciato due pregiudicati, un 43enne di San Giovanni a Teduccio e un 23enne di Portici, che in pieno Parco Nazionale avevano appena abbandonato 10 sacchi contenenti guaine impermeabilizzanti, classificabili nei rifiuti speciali. A Terzigno i militari ieri hanno sorpreso e denunciato un 64enne di Ottaviano mentre scaricava dalla propria Ford Focus materiali edili di risulta. L'esperienza di questi ultimi giorni non sembra aver insegnato molto, se sul Vesuvio si continua a scaricare spazzatura e non si provvede a rimuovere quella abbandonata da tempo che rappresenta ancora un enorme pericolo per la tenuta del Parco.

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