Sant'Antimo. Violenze in piscina, l'istruttore
abusava della campioncina

Sant'Antimo. Violenze in piscina, l'istruttore abusava della campioncina
di Marco Di Caterino
Sabato 12 Novembre 2016, 10:32 - Ultimo agg. 12:11
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 Sant’Antimo. Un orrore senza fine. Molestata e abusata dal suo allenatore di nuoto. Violenze consumate negli spogliatoi prima e dopo gli allenamenti, e anche durante le trasferte per le gare in vasca sia in Italia che all’estero. La vittima, oggi una sedicenne ancora promettente atleta di nuoto, napoletana, tesserata con il centro Polisportivo di Sant’Antimo, era finita al centro dell’attenzione del suo istruttore, un quarantottenne, che ieri è stato arrestato. Gli agenti della squadra mobile di Napoli, a quali i genitori della ragazzina avevano presentato una dettagliata denuncia, hanno notificato all’orco un’ordinanza di detenzione agli arresti domiciliari, per abuso sessuale nei confronti una minore, di quattordici anni, disposta dal gip presso il Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura di Napoli Nord, diretta dal procuratore capo Francesco Greco.

Un’altra storia di adolescenza violata nel Napoletano, a pochi giorni dall’inizio del processo per gli abusi e l’omicidio di Fortuna Loffredo, la bimba del Parco Verde finita nelle maglie di una rete di pedofili, e ad appena quarantotto ore dalla denuncia di abusi su una bimba di quattro anni. Anche quanto accaduto a Sant’Antimo si è dipanato secondo un tragico e rivoltante copione, secondo il modo di comportarsi tipico dei pedofili, fatto di complimenti alla vittima, di rapide avances e immediate ritirate, di una imposta complicità e di piccoli segreti «solo nostri» tali da confondere persino chi è adulto, figurarsi una ragazzina che vede nel suo maestro un idolo.

Un idolo che in un pomeriggio un po’ meno affollato a bordo vasca, in uno degli spogliatoi deserti del complesso sportivo, ha mostrato all’improvviso un volto oscuro e malvagio. È accaduto a partire da un paio di anni fa, quando l’atleta aveva appena 14 anni. Una bambina, ma già una campionessa: per lei che aveva cominciato a frequentare la piscina quando aveva sei anni, il nuoto era diventata più che una passione, una ragione di vita. I selezionatori avevano cominciato a credere in lei, la Federazione le teneva gli occhi addosso: prima a livello regionale poi al nazionale e più avanti anche all’estero, stavano arrivando coppe e medaglie. Un sogno spezzato all’improvviso, dall’uomo del quale si fidava di più. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti la storia è andata avanti per diversi mesi.

Un lungo periodo nel quale il maestro - sposato e padre, molto stimato nel suo lavoro, di grande esperienza e con un discreto successo come selezionatore - aveva approfittato di ogni momento favorevole per restare da solo con la ragazzina. Prima o dopo un allenamento, quando gli spogliatoi si svuotavano e tutti, tranne lei, uscivano dalla struttura per tornare a casa. E anche, forse soprattutto, quando la ragazza partecipava a gare in altre regioni e all’estero. Una tortura. Fino a quando la piccola campionessa non ne ha potuto più e si è confidata con i genitori.

Un racconto lucido e impietoso, che ha aperto squarci, chissà se rimarginabili, nel cuore della mamma e del papà, che si sono rivolti alla polizia.
La ragazzina ha raccontato degli abusi subiti, le cui prove sono venute fuori nel corso dell’indagine e purtroppo anche dagli accertamenti clinici a cui la vittima è stata sottoposta. Ieri l’arresto del pedofilo, che non ha detto una sola parola stando a testa bassa, nel corso della notifica dell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Dalla Polisportiva Sant’Antimo e dal Centro Sportivo Sant’Antimo, un secco comunicato nel quale si chiarisce che l’istruttore «da mesi non collabora più con la struttura, a tutela degli utenti e del buon nome della stessa».
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