Alberto Angela: «Pompei, così racconto l’eruzione del 79»

Alberto Angela: «Pompei, così racconto l’eruzione del 79»
di ​Luciano Giannini
Lunedì 24 Agosto 2015, 09:10 - Ultimo agg. 18:53
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«Parlare degli ultimi giorni, delle ultime ore di Pompei esattamente nei luoghi in cui i fatti avvennero dà una emozione particolare anche a me, che giro il mondo in cerca di meraviglie e… come dire… ci sono abituato. Perché vuol dire trovarsi al centro della scenografia naturale di una tragedia entrata nella Storia».



Giornalista, scrittore, tra i più popolari divulgatori scientifici della tv, Alberto Angela tornerà oggi negli Scavi per due eventi: alle 19, nell’Anfiteatro, presenterà il suo libro «I tre giorni di Pompei», edito da Rizzoli, nell’anniversario dell’eruzione, come protagonista del primo degli “Incontri letterari” organizzati nell’ambito di “Un’emozione notturna”. Il progetto, curato dalla Regione attraverso la Scabec (la Società regionale di Beni culturali) intende valorizzare il sito archeologico con appuntamenti in programma fino al 27 settembre. Il ritorno di Angela sarà anche l’occasione (alle 17) per annunciare la conclusione dei lavori di restauro dell’Adone ferito, un affresco di grandi dimensioni situato nella casa che ha preso il nome proprio dalla megalografia del IV stile, raffigurante Adone morente tra le braccia di Afrodite.



Anche qui Angela sarà il protagonista, perché il restauro è stato reso possibile grazie alla sensibilità sua e della Rizzoli, che hanno offerto il quattro per cento dei profitti ricavati dalla vendita del libro, soldi che si sono aggiunti ai fondi ordinari della Sovrintendenza speciale di Pompei. «Abbiamo scelto quell’affresco su consiglio della Sovrintendenza, - racconta il giornalista - perché era uno dei più danneggiati. Si trova all’aperto, e in Duemila anni ne ha davvero viste di tutti i colori. Impreziosiva il giardino di una casa di ricchi, nota anche come Casa di Ermafrodite, in via Di Mercurio, una sorta di Beverly Hills dell’epoca, su cui non si aprivano né botteghe, né commerci proprio perché era in una zona residenziale».



L’incontro con il pubblico, invece, sarà l’occasione, per Angela, di parlare dei «Tre giorni di Pompei» e, dunque, - insiste lui - «di sfatare molti falsi miti che mostrano l’eruzione con accenti troppo hollywoodiani. Per esempio, il Vesuvio, così come noi lo vediamo oggi, non esisteva all’epoca; e la gente è morta non sommersa dalla lava, ma uccisa dai gas. Molte ricostruzioni cinematografiche mostrano una vita fiorente, mentre la città era in crisi, vittima di terremoti, priva d’acqua; quando arrivò l’eruzione, stava faticosamente tentando di rinascere». Nel libro, poi, Angela non si sofferma, come spesso accade, sugli aspetti architettonici e sulle bellezze artistiche del sito: «A me interessava mettere l’accento sulla vita di tutti i giorni, basandomi, ovviamente sulle scoperte di archeologi, vulcanologi e antropologi».



E, così, ecco «il gestore del bar che prima di fuggire nasconde i soldi sotto il bancone; il banchiere che fa intrallazzi e li registra nel suo libro dei conti; i vasai, gli ambulanti; e i graffiti, che svelano relazioni, sentimenti, invidie, gelosie, encomi, tresche…». Per la prossima stagione televisiva Angela prepara le nuove puntate di «Ulisse» su Raiuno. «Tra l’altro - anticipa - faremo una puntata su Annibale e il contrasto con Roma; una sul mito di Moby Dick; e in un’altra sveleremo le sorprese che si celano dietro le quinte di un kolossal come “Via col vento”. Ma sapevate che alla Guerra di secessione parteciparono, su sponde opposte, anche alcuni italiani?».