Turismo Esperienziale alla Sanità:
la sfida del ministro Franceschini

Turismo Esperienziale alla Sanità: la sfida del ministro Franceschini
di Maria Elefante
Lunedì 22 Maggio 2017, 20:39 - Ultimo agg. 23 Maggio, 00:44
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Entrare al Rione Sanità e viverlo. Nella Basilica di San Gennaro extramoenia, il ministro Dario Franceschini propone il Turismo Esperienziale. No a file di persone che - sbarcate da una nave - seguono una bandierina e ascoltano una voce guida ma una visita che possa durare il tempo necessario per fare un’esperienza reale nel quartiere.
 

 

Una sfida, probabilmente quella che ha voluto lanciare il ministro che alla parola stese rimanda alle stese dei tavoli e non della camorra. Ma lui conta sulle associazioni per cui afferma di star lavorando per l'arrivo di finanziamenti, sul sistema di videosorveglianza che la Regione sta ultimando e probabilmente sulla presenza assidua delle forze dell'ordine che proprio come erano schierate oggi, rassicurano le centinaia di turisti che ogni giorno vogliono scoprire Totò. 

«Se questo turismo lo leghiamo al vivere all’italiana diventa un brand formidabile - ha spiegato - e Napoli ora sta avendo una grande crescita con i suoi luoghi simbolici. Penso che il viaggiatore oggi abbia voglia di capire come si vive in un posto e qui al Rione Sanità questo tipo di turismo può essere una grande sfida nazionale, può essere un modello per valorizzare l’identità e l’originalità del territorio con la forza dell’associazionismo. Se tutto questo viene messo a sistema immaginiamo cosa può diventare». Insomma mischiarsi tra la gente e ‘pellegrinare’ nel rione di Totò e delle Catacombe riaperte grazie ad un gruppo di ragazzi che oggi sono una realtà presa a modello.

E proprio i ragazzi della cooperativa La paranza hanno accompagnato il ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini in una breve visita nelle Catacombe. «Loro sono una realtà che ha costituito un modello», ha spiegato ascoltando poi le testimonianze di tante altre associazioni che lavorano sul territorio. Tante realtà che con le loro denunce hanno voluto rendere partecipe il ministro di tutte le difficoltà. A partire dal problema trasporti per finire a quello che riguarda gli incentivi dello Stato. Intanto la cultura può essere davvero l’unica arma contro le stese della camorra che appena una settimana fa hanno commesso l’ultimo sfregio nelle strade del rione? «Abbiamo investito molto qui su Napoli  - spiega  Franceschini  - e i risultati pare si stiano vedendo. La conoscenza è il miglior antidoto ai rischi di questo tempo e della criminalità quando lavora sulla povertà della gente. Le associazioni sono eroiche nel fare questo e devono avere tutto il sostegno dello stato, stiamo lavorando sui finanziamenti».
 
 

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