Caravaggio, il capolavoro da Napoli al Quirinale. A giorni la decisione, ma scoppia la polemica

Caravaggio, il capolavoro da Napoli al Quirinale. A giorni la decisione, ma scoppia la polemica
di Pasquale Esposito
Venerdì 19 Febbraio 2016, 14:20 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 12:16
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«Sarà una decisione serena, a giorni il consiglio del Pio Monte della Misericordia esprimerà la propria decisione. Prima non intendiamo parlare per non alimentare alcuna polemica, ogni parola potrebbe essere interpretata diversamente, fraintesa». A breve sapremo. Alessandro Pasca di Magliano, governatore in carica del Pio Monte della Misericordia, risponde con tranquillità, quasi con understatement, alla richiesta di conoscere il punto di vista dell'istituzione di via Tribunali che è la casa di uno dei capolavori di Caravaggio, «Le sette opere di Misericordia». Il dipinto, come è noto, è stato richiesto dalla presidenza della Repubblica per una mostra al Quirinale, dal 15 giugno al 15 luglio. È altrettanto noto che un gruppo di uomini di cultura, d'accordo con Italia Nostra che sostiene l'inamovilità del quadro dalla cappella costruita per ospitarlo come stabilito nel 1613 nello statuto della Fondazione del Pio Monte, ha firmato un appello al Capo dello Stato affinché rinunci ad avere il quadro. Chi decide è l'istituzione che ne è proprietaria, ascoltato il parere dell'organo tecnico di riferimento, che è la Soprintendenza al Paesaggio, il cui responsabile, Luciano Garella, ha già dichiarato di non essere pregiudizievolmente contrario alla trasferta al Colle del capolavoro di Michelangelo Merisi. «Ma la decisone spetta al Pio Monte», ha aggiunto.

E il Pio Monte prega di attendere la serena valutazione che sarà adottata a breve: breve quanto? «In questi giorni», assicura il governatore che prega di non insistere, giusto per non alimentare la polemica.Ma il Pio Monte della Misericordia, in attesa di dichiarazioni ufficiali, sarebbe orientato, a quanto trapela, al «prestito» dell'opera, anche se riconosce la qualità degli intellettuali e degli uomini di cultura che si oppongono a che il dipinto vada a Roma.«Comprendiamo queste preoccupazioni», dicono le voci interne al Pio Monte, «sono il primo pensiero di chi ha l'onore e l'onere di far parte di questa istituzione». Oggi, fa presente il «fronte del Sì», ci sono garanzie che non esistono rischi per quel che riguarda la sicurezza del capolavoro di Michelangelo Merisi. E poi, sul piatto della bilancia, c'è una contropartita, un'offerta che porterebbe ad un contributo a favore di una casa di accoglienza napoletana, operazione che rientra - vien fatto notare - negli scopi statutari del Pio Monte, fare opere di misericordia.Il Caravaggio, insomma, è una fonte per far opere di bene. Poi c'è anche il forte richiamo di visibilità che avrebbe il dipinto, e la sede abituale, la sua casa da quattrocento anni, la città stessa, dalla attenzione mediatica che l'esposizione al Quirinale comporterebbe. Tutti effetti di grande peso, che ancor di più dànno forza al «fronte del Sì».

Che non ha nessun timore per quel che riguarda la sicurezza, e che si fa forte dell'autorizzazione del soprintendente Garella, ed è pronto a esprimere la sua decisione. Caravaggio andrà a Roma, Caravaggio aiuta il Pio Monte a fare opere di misericordia, non è un fatto commerciale, dicono, è un'opera di misericordia. Come è nello statuto del Pio Monte, come è nel titolo dell'opera, come è nel nome dell'istituzione.Nell'anno della Misericordia, poi, è inevitabile.

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