Nino D'Angelo e la rinascita del Trianon a Forcella: «Qui una scuola di recitazione» | Ecco il cartellone

Nino D'Angelo e la rinascita del Trianon a Forcella: «Qui una scuola di recitazione» | Ecco il cartellone
Martedì 13 Settembre 2016, 17:48
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Il Teatro Trianon di Napoli tornerà a chiamarsi «Trianon Viviani», in omaggio al drammaturgo e scrittore Raffaele Vivani ed ospiterà in futuro una scuola di recitazione. Lo ha detto il direttore artistico Nino D' Angelo, in occasione del sopralluogo compiuto dal presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca al cantiere dei lavori di rifacimento degli impianti. «Penso ad un laboratorio teatrale per i giovani, nel nome di Viviani, guidato da 4-5 attori di esperienza», ha detto D' Angelo. Un' altro progetto del direttore artistico è un revival del Festival di Napoli. «Lo chiameremo 'C'era una volta il festival di Napoli' e sarà una tappa verso il ritorno al Festival di Napoli, nato appena un anno dopo Sanremo, nel 1952, che la nostra città ha perso». Il cartellone 2016-2017 del «Trianon», che riaprirà i battenti il 25 novembre, dopo lo stop nel maggio 2014, proporrà la sceneggiata «'O zappatore», un omaggio a Mario Merola. Dal 2 dicembre, Nino D' Angelo proporrà il recital «Io, senza giacca e cravatta».

Nel periodo natalizio sarà riproposta, «La cantata dei Pastori», di Peppe Barra, seguito dallo spettacolo «Mi chiamo Lina Sastri», con la cantante ed attrice napoletana.
una Dal 27 gennaio seguirà «'0 vico» di Raffaele Viviani, con la regia di Nello Mascia. Spazio poi alla comicità con Carlo Buccirosso («Una famiglia perfetta», dal 10 febbraio), Peppe Iodice («Compilescion», dal 3 marzo) e Biagio Izzo («Bello di Papà», con la regia di Vincenzo Salemme). Il 31 marzo in scena Isa Danieli e Lello Arena in «Sogno di una notte di mezza estate» di Shakespeare, e chiusura a giugno con Nino D'Angelo in «L' ultimo scugnizzo» di Raffaele Viviani. «Non penso che la riapertura di un teatro può salvare Napoli - ha detto il musicista - ma il Trianon può aiutare il quartiere di Forcella e le sue attività economiche e può avvicinare allo spettacolo ed alla musica dei ragazzi. Però dovrà essere il Teatro di tutta Napoli, dove il Vomero e Secondigliano si fondono e si uniscono».
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