Enigma, la prima drag queen napoletana che (forse) morì ad Auschwitz

Enigma, la prima drag queen napoletana che (forse) morì ad Auschwitz
di Federico Vacalebre
Martedì 28 Dicembre 2021, 08:01 - Ultimo agg. 14:35
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Dicono che la prima drag queen si chiamasse William Dorsey Swann, per gli amici semplicemente The Queen: ex schiavo di colore, cent'anni prima di Stonewall, vestito da donna lottava nell'America razzista di fine Ottocento per quei diritti che non si definivano ancora lgbt+. Raoul Pagnanelli, invece, potrebbe essere stata la prima drag queen napoletana, forse italiana.

Di lui/lei, nome d'arte Enigma, nato a Napoli nel 1896, fino ad oggi non si sapeva niente, eppure al suo tempo fu una star, nel 1916 al teatro Goldoni di Napoli aveva il nome in ditta in un programma di varietà che comprendeva Armando Gill, papà di tutti i cantautori, e Tecla Scarano.

Imitava Elvira Donnarumma, la Bella Otero ed altre dive del momento. Ma, spiegava la stampa del periodo, quelle gonne e quei reggiseni erano solo trovate sceniche, non riflettevano il suo «orientamento sessuale».

«Il Cafè Chantant» del 26 agosto 1916, dopo un successo al teatro Kursaal Biondo di Palermo parla di «un simpaticissimo giovane che, per un fenomeno di natura sa adattare facilmente la sua ugola, cantando da eccellente soprano lirico... Nel gesto, nelle movenze è di una femminilità sbalorditiva, che suggestiona e, siccome appare sulla scena abbigliato e vestito completamente da donna, raggiungendo un trucco perfetto, egli dà la completa illusione al pubblico di trovarsi innanzi ad una bella e maliziosa divette». A quel punto, continua l'articolo, Enigma si toglieva la parrucca e rivelava «il suo vero sesso»: «Tiene a far sapere che su questo argomento egli non ammette... alcun equivoco».

In cartellone al Salone Margherita di Roma, imitatore ufficiale della divina Anna Fougez, al Trianon di Napoli veniva presentato così: «Mutando sesso non produce disgusto: tutt'altro, chè la voce, il gesto, l'abbigliamento, la grazia sono così muliebri da darvi la perfetta illusione di una vaga apparizione femminile!». In tempi più che omofobi, non veniva presentato/a come canzonettista, ma alla voce «attrazioni diverse»: imitava solo donne, come racconta Antonio Sciotti nel libro che ricorda per la prima volta l'enigma di Enigma, I divi della canzone comica, in cui, continuando il lavoro intrapreso con L'almanacco della canzone napoletana (due volumi) e Le dive del fonografo, ricostruisce le storie di cantaNapoli sui documenti dell'epoca e testimonianze quanto più di prima mano. Qui si va dallo stesso Gill e da Berardo Cantalamessa e Nicola Maldacea a Tony Tammaro e Federico Salvatore, passando per Renato Carosone, con un interessantissimo lavoro su Totò e Raffaele Viviani.

Ma la storia di Pagnanelli/Enigma si staglia come un unicum. Spedito al fronte come soldato di fanteria nel 1917, l'anno dopo lo ritroviamo tra i prigionieri italiani di un campo di concentramento tedesco. Anche a Schwurstadt, Bassa Sassonia, intrattiene le truppe teutoniche esclusivamente in vesti, per quanto improvvisate, al femminile. Catturato a Caporetto, Enigma era la prima attrice delle commedie messe in scena, senza dimenticare le amatissime imitazioni, né tantomeno le parodie.

Al ritorno sulle scene, nel 1920, dopo il Salone Margherita di Roma lo attende il Kursaal di Napoli, dove divide il palcoscenico con Gennaro Pasquariello. Nel centenario della nascita di Antonio Petito, 1922, per la prima volta non imita nessuno, ma comunque indossa i panni di Colombina per intonare «Palummella zompa e vola». Nel 1925 varca i confini ed allarga il suo repertorio alle star straniere: Evelyn Dove, Fiammette Hildegarde, Evelyn Gould, Aurora Castillo. Parigi lo adotta, lo applaudono in Belgio, Svizzera, Olanda, Germania. Non è più catalogato tra le «attrazioni diverse» ma tra i «trasformisti imitatori». Come Fregoli, come Vincenzino Scarpetta, ma rigorosamente sempre e soltanto in vesti femminili.

Nel 1928 la sua stella s'appanna, l'anno dopo si trasferisce definitivamente a Parigi, facendo perdere le sue tracce. Sciotti ha intervistato protagonisti del piccolo mondo antico di cantaNapoli che si ricordavano di lui/lei, avendolo conosciuto/a. Qualcuno gli ha raccontato che si era suicidato/a per amore a Parigi, qualcun altro che fosse morto/a nelle carceri naziste dopo essere stato arrestato perché vestito/a da donna, qualcun altro ancora che sia stato assassinato/a ad Auschwitz, dove agli omosessuali, figurarsi a una drag queen ante litteram, non era certo riservato un trattamento privilegiato.

Con stile semplice, mai ricercato, anzi, Sciotti nel suo volume racconta 36 storie di Divi della canzone comica. Raoul/Pagnanelli/Enigma è l'unico/a in gonna. Un altro primato in una storia che merita assolutamente di essere approfondita. Chiunque ne sappia di più batta un colpo.
 

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