Il cavallo di Mimmo Paladino
questa volta arriva dal mare

Il cavallo di Mimmo Paladino questa volta arriva dal mare
Sabato 18 Marzo 2017, 17:27
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Ad Ancona il Cavallo di Mimmo Paladino è arrivato dal mare, ma anche dall'aria: a bordo di un peschereccio (partito da un'officina nell'area portuale) è giunto alla Mole Vanvitelliana, dove è stato collocato sul camminamento di ronda con una spettacolare operazione di sollevamento, a cui hanno assistito, naso in su e bocca aperta per la meraviglia, tanti cittadini, i bambini delle scuole elementari del vicino quartiere degli Archi, oltre al sindaco Valeria Mancinelli e all'assessore alla Cultura Paolo Marasca. Alla Mole, il lazzaretto settecentesco su pianta pentagonale, in origine staccato dalla terraferma e rivolto verso il mare e oggi invece circondato dalle strutture del porto, la scultura alta oltre 4 metri è stata posizionata sul lato verso la città e verso gli Archi, rione popolare abitato da pescatori e migranti, in via di riqualificazione, visibile a tutti i passanti e alle auto in transito. Ci resterà per tutto il 2017 e forse anche oltre. Il cavallo è un elemento ricorrente nella produzione artistica di Paladino, che ne ha curato diverse versioni in differenti materiali, tra gli altri per l'Hortus Conclusus di Benevento, per il Museo Madre a Napoli, per il lago di Garda, ma anche affioranti dalla 'Montagna di salè di fronte al Duomo di Milano.

Il Cavallo della Mole è in vetroresina dipinto di rosso con le zampe nere e senza piedistallo. L'installazione fa parte del progetto «Mole, Materia dell'Uomo» e affianca l'opera 'Sbarcò di Velasco Vitali, nella Corte della Mole, e nello stesso edificio la mostra 'Ecce homò, dedicata al corpo umano nella scultura, che ospita un altro dei lavori più belli di Paladino: 'I dormientì. In calendario anche due incontri con gli artisti: il 23 marzo con Vitali, il 24 marzo con il pittore Enzo Cucchi, uno dei grandi nomi della Transavanguardia, anconetano. «Gli artisti - dice l'assessore Marasca - si sono innamorati del progetto complessivo e hanno chiesto essi stessi di farne parte, e questo per noi è un grande motivo di orgoglio. Il Cavallo è in qualche modo il simbolo, la bandiera della città e di questa nuova fase alla quale abbiamo lavorato con impegno, credendoci veramente, certi che Ancona può attrarre e produrre bellezza, cultura, arte». La mostra, a cura di Flavio Arensi che ha promosso il contatto con l'artista, è stata organizzata dalla Fondazione Mole e dal Comune di Ancona, in collaborazione con il Museo Omero e con l'apporto delle officine Gmg, che hanno ospitato il restauro del Cavallo, della Caparol, main sponsor, che ha prestato l'assistenza tecnica a restauro e finitura e ha fornito vernici e mano d'opera, della Lucesole che ha curato il trasporto.
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