Il Salone del libro a Napoli?
​Ricomincia da tre progetti

Il Salone del libro a Napoli? Ricomincia da tre progetti
di Ugo Cundari
Martedì 23 Maggio 2017, 10:36
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Era l'anno dei mondiali in Italia, il 1990, si viveva ancora di più di calcio e ancora di meno di libri. L'editore Franco Liguori però ebbe l'intuizione giusta, e un mese prima del fischio d'inizio della prima partita al san Paolo, 13 giugno, aprì a Napoli il primo salone del libro a Sud di Torino, Galassia Gutenberg. Successo immediato, grandi numeri, presenti tutti gli editori da Nord a Sud. Galassia Gutenberg è durata meno di venti anni, fino al 2009, mentre il Salone di Torino, nato nel 1988, resisteva. Oggi l'ironia del destino ha voluto che Torino si sdoppiasse con Milano, aprendo una concorrenza destinata a non far rieleggere l'attuale presidente dell'Associazione italiana editori, Federico Motta (domani si conoscerà il nome del candidato successore), e nello stesso tempo a delineare, per Napoli, un salone tripartito.

Il 9 giugno parte la nuova edizione di «Un'altra Galassia», l'ultimo fine settimana di settembre la kermesse «La bottega delle parole», mentre domani alle 18 al Gambrinus, con un dibattito pubblico aperto, si getteranno le basi del «Salone del libro e della lettura a Napoli», in programma nella primavera del 2018. «Un'altra Galassia» è al settimo anno, durerà tre giorni, per lo più si tratterà di reading degli autori e come luoghi ci si dividerà tra monasteri e archivi storici. «La nostra rassegna non riceve finanziamenti pubblici, è autogestita e come scopo ha quello di regalare ai napoletani la festa del libro per un fine settimana» dice Valeria Parrella, tra gli organizzatori insieme, fra gli altri, a Pier Luigi Razzano e Massimiliano Virgilio. I numeri dicono che ogni evento è seguito da una media di duecento persone, l'ingresso è gratuito e a coprire le spese c'è la Fondazione Banco di Napoli. «Per il resto, se c'è da autotassarci, non ci tiriamo indietro» dice la Parrella, «ma noi non siamo una fiera, non ci interessano gli stand».
«La bottega delle parole» è guidata invece da una libraia, Miriam Gyson, il cui punto vendita è a san Giorgio a Cremano e rischia la chiusura. La formula, dopo tre edizioni proprio a Sa Giorgio, debutterà a Napoli, in via dei Tribunali, nei locali dell'Ospedale della Pace, messi a disposizione dalla Quinta municipalità, anche se a sostenere l'iniziativa sarà anche l'assessorato ai giovani di Alessandra Clemente. «La nostra associazione porta avanti una idea di fiera del libro in cui, oltre agli editori, parteciperanno molte associazioni culturali», spiega la Gyson. Tra i primi editori ad aver aderito, Ad est dell'Equatore e Homo scrivens, ma anche non napoletani come il romano Rapsodia, la barese Les Flâneurs. Anche qui spazi e ingresso gratuiti.

Infine c'è l'iniziativa più articolata e più ambiziosa, quella di programmare un salone del libro di più ampio respiro, con una formula diversa da quella in cui si sono svolte a Milano e Torino, magari pensando di coinvolgere solo editori meridionali e dando un tema diverso ogni anno. A spingere in questa direzione tre editori napoletani, Diego Guida, Rosario Bianco per Rogiosi e Alessandro Polidoro, uniti in un comitato, Liber@arte, che in poche settimane ha raccolto il sostegno di più di diecimila firme e si è sempre detto «aperto a tutti gli altri editori che vogliano farne parte».

Quale sarà la formula diversa e vincente rispetto agli altri saloni? Potrebbe essere il punto di vista di Maurizio de Giovanni, che ha aderito all'iniziativa e stabilirà le linee guida del Salone, d'altra parte quello di Torino è affidato allo scrittore Nicola Lagioia, barese, e quello di Milano, per ora non proprio trionfante, alla scrittrice Chiara Valerio, originaria di Scauri ma studi a Napoli.

Rimane da chiedersi perché tutti i protagonisti della tripartizione del salone/festa del libro a Napoli non abbiano unito gli sforzi e giocato nella stessa squadra per un obiettivo condiviso. Se per Parrella «del salone a Napoli se ne parla sempre ma non si fa mai, staremo a vedere», per Guida «non c'è alcuna preclusione, anzi ben venga una nuova unione». Quel che è certo è che domani si vedrà se davvero editori, scrittori e librai, tutti insieme, vogliono un nuovo salone del libro dai grandi numeri o preferiscono andare ognuno per sé. A essere presente sarà anche l'assessore alla Cultura Nino Daniele, e anche in questo caso si vedrà se il Comune, messo alle strette, avanzerà proposte concrete o starà ad aspettare. E da che parte si schiererà la Regione, visto che anche questa volta le due istituzioni non sembrano intenzionate a far fronte, e cassa comune.
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