Masullo e Sales, reading degli editoriali nella sede del «Mattino»

Masullo e Sales, reading degli editoriali nella sede del «Mattino»
di Fabrizio Coscia
Lunedì 13 Febbraio 2017, 10:56 - Ultimo agg. 21:14
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Nella celebre risposta che Elio Vittorini diede nel 1947 alla lettera di Togliatti al «Politecnico», lo scrittore siciliano affermò che compito dell'intellettuale non era quello di «suonare il piffero per la rivoluzione», bensì di raccogliere tutti gli stimoli culturali che la società offre, per rinnovarla dal profondo. Esattamente settant'anni anni dopo, il ruolo dell'intellettuale non è cambiato: anzi, oggi è sempre più necessario saper leggere la realtà senza condizionamenti politici, analizzarla, definirla, e porsi come guida per un rinnovamento della società, che passi necessariamente attraverso un rinnovamento di se stessi, con quella che Platone definiva la «seconda navigazione». E se in una società sempre più liquida c'è sempre più bisogno di una parola che abbia il peso dell'«auctoritas», quale strumento migliore di un quotidiano per dar voce a questa parola?

Isaia Sales e Aldo Masullo sono, da questo punto di vista, due modelli di intellettuali liberi, che non hanno mai smesso di interrogare il presente, denunciare colpe, smuovere le coscienze, indicare rotte. Lo dimostrano gli editoriali che da anni firmano sulle colonne di questo giornale, alcuni dei quali hanno composto il reading «Editoriali Grandi Firme (la forza delle parole)», che dopo la tappa a Palazzo San Giacomo, con la lettura di 15 attori, è stato riproposto nella sede de «Il Mattino» a via Chiatamone, in Sala Siani. Sono stati nove i lettori interpreti: Adele Amato De Serpis, Noemi Coppola, Gianluca d'Agostino, Claudio Finelli, Giovanni Meola, Ettore Nigro, Enrico Ottaviano, Marco Serra e Chiara Vitiello. L'idea, di Giovanni Meola - che ha anche coordinato e diretto il reading - è quella di rendere omaggio appunto a due voci autorevoli del mondo della cultura italiana - il filosofo ultra-novantenne Aldo Masullo e il saggista e docente universitario Isaia Sales - e fare in modo di dare risalto ai loro scritti militanti, al di là anche della durata breve di un quotidiano.
 


Ed è questo un aspetto che viene messo in evidenza dallo stesso Masullo, che ha salutato l'iniziativa del «Mattino» con grande entusiasmo: «Il giornale è il luogo in cui la parola viene lanciata quotidianamente - spiega il filosofo - a cittadini di tutte le estrazioni sociali e di tutte le correnti di opinione in modo effimero, in quanto legato all'arco delle ventiquattr'ore, per poi essere sostituita da altre parole il giorno dopo. Per questo mi pare importante evidenziare l'opportunità che questa parola, effimera per sua natura, acquisti una durata, possa essere ripetuta e possa stimolare negli ascoltatori l'interesse ad andare a rileggerla, così da lasciare una traccia. Ecco, in una società come quella in cui viviamo, così povera di cultura autentica e perfino di strumenti linguistici, l'iniziativa di far leggere a un gruppo di attori alcuni scritti destinati altrimenti ad essere dimenticati in pochi giorni, mi sembra più che meritoria».
 
 

Vari sono i temi affrontati dai due editorialisti: si va dalla camorra interpretata da Sales, profondo conoscitore della criminalità organizzata (esemplare l'articolo «Fa discutere la pagina Fb...», dedicato a una pagina su Facebook dal titolo «O sistema», creata a sostegno dei carcerati e delle carcerate); alla gestione politica del post-terremoto del 1980; fino al caso della Apple che non voleva fornire l'autorizzazione alle forze dell'ordine statunitensi di mettere sotto controllo uno dei propri smartphone, di proprietà di un terrorista, in nome della privacy, in un articolo di Masullo intitolato «La Ragion di Stato e la Politica», un tema questo assai caro al filosofo irpino (ma napoletano d'adozione).
La cronaca viene così passata al vaglio delle due intelligenze, per farsi sempre ragionamento attorno alle cose e alle cause, e sempre arrivando a una lettura critica della realtà, mai compiacente, a volte perfino urticante. «Sembra che nel nostro tempo presente la parola abbia perso il suo peso nella vita delle persone - sottolinea Masullo - E tuttavia se entriamo in rapporto con le persone, soprattutto i giovani, scopriamo con soddisfazione che la parola è nonostante tutto attesa, è richiesta, anche se gli stessi che la attendono e la richiedono non lo dicono apertamente, ma non appena hanno l'occasione di ascoltarla da una persona capace di ragionare, ecco che la parola riafferma la sua consistenza e la sua efficacia». Quella forza e quell'efficacia che potremo ascoltare oggi, con l'auspicio che la parola continui a riverberare nelle nostre coscienze il più a lungo possibile.

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