Cultura, programmare per evitare sprechi

di ​Federico Vacalebre
Giovedì 4 Agosto 2016, 11:35
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Fate presto. Viene in mente il titolo che «Il Mattino» dedicò all'emergenza terremoto del 1980 pensando alla situazione della cultura e dello spettacolo in Campania. Il presidente De Luca promette fondi e lancia strali contro chi gioca «in famiglia». Il sindaco de Magistris assicura che questo è il campo di battaglia decisivo per Napoli. Il Teatro Festival ha chiuso i battenti con un bilancio a dir poco magro, potrebbe riaprirli per una «winter edition», ma perché abbia senso andrebbe annunciata subito, anzi prima, facendo a meno delle polemiche che finora l'hanno accompagnato. E lo stesso vale per il Festival di Ravello, per l'idea delle serate lirico-sinfoniche alla Reggia di Caserta, tanto per fare due esempi. Fate presto anche perché così si ha il tempo di presentare al pubblico, italiano e non, cartelloni che non possono più avere la sospensione del giudizio perché organizzati in extremis. 

Fate presto anche perché solo così si potranno trovare capitali privati da aggiungere a quelli pubblici. Il San Carlo riparte dai giovani Valcuha e Picone, dall'esperienza di Mehta. L'estate dei grandi eventi ha premiato l'intuizione di un manager, Mimmo D'Alessandro, e di un sovrintendente, Massimo Osanna, che hanno aperto Pompei, e addirittura l'Anfiteatro romano, al rock: David Gilmour e Elton John sono diventati testimonial della grande bellezza dall'uso sostenibile. Fate presto, allora. Se i fondi sono pochi vanno usati bene, non moltiplicando le sagre e le rassegnine, ma con il coraggio di scegliere, senza la finzione del decentramento che è solo strategia per distribuire finanziamenti a pioggia, per accontentare questo sindaco, questo assessore, questo capobastone. Il Trianon riaffidato a Nino D'Angelo tenterà di non perdere un'altra stagione, ritrovando il tono da «teatro del popolo» che ebbe nell'era bassoliniana. La Scuola del Mercadante ha in Mariano Rigillo un direttore artistico, ma non ha ancora una sede, né gli stipendi per i docenti.

Fate presto: con i bandi, con la promozione, con l'internazionalizzazione della proposta, con i pagamenti di quanto promesso. Fate presto e fate bene, certo, ma fate anche in modo che i ragazzi della Campania non continuino a dover «emigrare» per vedere i loro beniamini: sono loro, nello stesso tempo, gli autori e i fruitori della cultura prossima ventura. Dieci piccoli festival jazz, che poi jazz non fanno, e lo stesso vale per quelli blues o barocchi , non servono a nessuno, tranne che a chi emette fattura per l'occasione. Reading spacciati per allestimenti teatrali, dilettanti allo sbaraglio mascherati da compagnie di professionisti, la solita compagnia di giro che salta da un carro all'altro cadendo sempre in piedi: fate presto, che sia solo un ricordo, brutto brutto. E date speranza, e spazio, alle forze emergenti, alle nuove generazioni, alle nuove forme d'espressione. Se Apple sbarca a Napoli forse Napoli, e la Campania tutta, dovrebbero sbarcare sul web. Diventare davvero digitali. Anche questo fa cultura, spettacolo, intrattenimento, turismo: molto più di costosissime campagne di comunicazione che diffondono slogan e claim, ma non hanno eventi da annunciare. Ecco, fate presto e magari partite da qui.
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