Due silenzi molto chiassosi. La situazione è imbarazzante: in sala si cerca di parlare di arte e spettacolo, ma nessuno risponde alle domande vere: perché Dragone non c'è? Perché è fallita la trattativa per portare al Festival e a Napoli Al Pacino, voluto dal direttore, osteggiato dal presidente? Le risposte ufficiali arrivano soltanto alla fine. Grispello: «Ieri sera ci sono arrivate due cartelle in cui Dragone presenta il suo programma, senza fornire spiegazioni». Perché non è qui stamattina? Risposta: «Non ho la palla di vetro». E Sebastiano Maffettone, consulente culturale di De Luca: «Chiedetelo a lui».La risposta vera è un'altra ed è pubblicata qui sotto: oltre a quelle due cartelle, il Cda della Fondazione ha avuto copia della lunga lettera che Dragone ha inviato al governatore della Campania, manifestandogli amarezza, e delusione per gli ostacoli incontrati, organizzativi, professionali, umani. A De Luca egli ha chiesto, in sostanza: chi comanda al Festival, il direttore artistico o il presidente del Cda? E aspettando la replica, aspettando un appoggio istituzionale, fa non un passo indietro, ma a lato. E, innanzitutto, evita l'incontro stampa. Il problema è che il governatore, pur pronto a incontrarlo nei prossimi giorni, gli avrebbe già risposto di non voler entrare nel conflitto per rispettare l'autonomia della Fondazione. Per giunta, chi gli è vicino sussurra: tutta la questione lo ha non poco infastidito; e il fastidio si riflette anche nei rapporti con il consulente culturale, Sebastiano Maffettone. Intanto, il Festival comincia il 15 giugno, ma i biglietti non saranno messi in vendita prima del 18-19 del mese (a febbraio era già tardi per coinvolgere le agenzie di viaggio e attirare il turismo culturale).
I contratti sono pronti, ma non sono stati ancora firmati. In cartella stampa non si segnala neppure se e quali spettacoli sono in prima assoluta o in prima italiana. Tutto sembra composto in fretta e disordine pur di avviare in qualche modo la macchina. Per Grispello «ci sono stati dei ritardi, ma ora tutto è pronto. Io sono ottimista. Avremo un grande Festival».Anche senza Al Pacino? Ma certo. In conferenza stampa, tutti minimizzano la sua assenza e il mancato accordo. Grispello: «Io, Floro Flores e Dragone ci siamo visti il giorno 29; avevamo trovato un'intesa: l'imprenditore avrebbe gestito la trattativa mettendo la maggior parte dei soldi. Il Festival avrebbe contribuito con 240.000 euro, il proprio staff tecnico e legale. Ma dopo due giorni, Flores ha ritenuto non ci fossero le condizioni economiche per andare avanti». Cristina Loglio, autorevole membro del Cda: «Nulla contro Al Pacino, ne vorremmo dieci, ma il costo dell'operazione deve essere accettabile». E Maffettone: «Questione e polemica stucchevole. Comunque, né io, né la Regione abbiamo intenzione di interferire con le decisioni del Cda e del direttore artistico». E ora il programma, che oggi diventa meno importante della cronaca: 37 spettacoli in un mese, 10 dall'Europa, quattro dalle Americhe, altrettanti dall'Asia, due dall'Africa; 17 titoli italiani e napoletani. Nomi illustri come Kentridge, Sellars, Fokin, Takatani, Brett Bailey, Eugenio Barba, le sorelle Lebeque, Lepage, Pommerat, la Zacharova, Thierrée, Shirin Neshat; e poi Emma Dante, Celestini, Andrea Giordana, Federico Buffa, e i napoletani: Luca De Fusco, i Foja, Carlo Cerciello, Laura Angiulli, Igina Di Napoli, Maurizio De Giovanni e Serena Autieri, Pierpaolo Sepe, il Nest di San Giovanni. Questo, in sintesi, il festival 2016, ospitato in molti teatri di tutta la regione , ma anche in luoghi non teatrali, come Villa Pignatelli, l'Arena Flegrea, Pausilypon, il Museo Diocesano, il Borgo di Cerreto Sannita, il castello di Gesualdo). L'apertura è in programma al Politeama il 15 giugno con Kiss & Cry, video-coreografia con oggetti in miniatura e musica dal vivo, firmata Michèle Anne De Mey e Jaco Van Doermael, due dei numerosi artisti che il belga d'adozione Dragone ha chiamato, spettacolo in cui anche le dita delle mani diventano magia visiva.