«Palazzo Reale di Napoli, i giardini aperti anche per eventi»

«Palazzo Reale di Napoli, i giardini aperti anche per eventi»
di Maria Pirro
Lunedì 1 Giugno 2020, 09:50
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Fiorisce la bellezza. Napoli riscopre i giardini di Palazzo Reale, da domani alle 15,30 accessibili ai visitatori, massimo 60 per volta. «Con percorsi studiati per mantenere il distanziamento ed evitare assembramenti, riducendo così il rischio di trasmissione del coronavirus», dice con entusiasmo il direttore della Reggia, Paolo Mascilli Migliorini, ricordando che l'apertura è sempre prevista dalle 9 fino a un'ora prima del tramonto, ma si lavora anche per ospitare spettacoli ed eventi, del San Carlo o del Napoli Teatro Festival Italia, in vista della bella estate. E il giardino romantico non è l'unico luogo straordinario dalla festa della Repubblica di nuovo aperto: Certosa e Museo di San Martino, Villa Pignatelli, la grande aiuola e il belvedere della Floridiana, il Parco e la Tomba di Virgilio. E ancora: il Teatro romano di Benevento, il Museo archeologico di Teano, il Museo archeologico nazionale di Pontecagnano e il Museo dei Gladiatori a Santa Maria Capua Vetere. Nelle prime settimane, l'ingresso è libero.
È un segnale: restituire alla città e all'intera regione tutti gli spazi possibili. «Merito del grande lavoro svolto di Marta Ragozzino, alla guida della Direzione regionale musei della Campania che ha fortemente voluto la ripresa e ha coordinato tutte le attività indispensabili per rispettare i regolamenti locali e nazionali».

Domani riapre anche il Mann, quando le sale museali di Palazzo Reale?
«Non c'è ancora una data, ma siamo tutti al lavoro per consentire la ripresa delle visite in piena sicurezza».
Con il lockdown, il progetto di ampliamento del percorso nella Reggia ha subito, però, una battuta di arresto.
«È vero, ma i cantieri ora sono di nuovo sono aperti: si sta ripartendo con più slancio di prima per mantenere le promesse».

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Quali interventi sono in corso?
«Quelli per migliorare l'illuminazione e la sicurezza, cui si aggiunge il recupero funzionale dell'area didattica e del porticato. E poi, è prevista l'apertura delle nuove sale già restaurate».

Sei nuove sale in totale, recuperate con il trasloco degli uffici realizzato nei mesi scorsi.
«In una di queste sale si punta ad allestire l'esposizione permanente della regina Margherita, in un'altra una ludoteca e in un'altra ancora, appunto, la biblioteca. Più altri quattro ambienti: sala e studio Murat, da reinserire nei tour. E poi, c'è la programmazione delle mostre, tra cui Don Chisciotte: durante la quarantena, l'esposizione dell'intera collezione settecentesca, 39 opere dei maggiori maestri napoletani usati per gli arazzi al Quirinale, è stata presentata on line con ottimi riscontri».

Uno spazio virtuale ideato in mancanza di uno reale.
«Negli ultimi tre mesi è stato l'unico modo per far sentire la nostra voce: non ci siamo fatti scappare quest'occasione, anzi. Siamo riusciti a richiamare comunque tanta attenzione. Con i dipendenti in smart working, Palazzo Reale è stato infatti molto attivo sui social network, al punto che si è piazzato al quindicesimo posto nella classifica di Museum week per il seguito ottenuto su Facebook. Se non ripartono i flussi turistici, nel 2020 è impossibile raggiuingere i grandi numeri, in termini di presenze, dell'anno precedente. Quasi 300mila. Ma si manterrà lo stesso l'offerta culturale e la programmazione delle iniziative».

Si è detto pure che i giardini di Palazzo Reale potrebbero ospitare concerti organizzati dal Teatro San Carlo: cosa c'è di concreto?
«Sul punto il dialogo non è ancora in atto, ma questo dipende dal coronavirus».

Vuol dire che c'è una disponibilità a ospitare l'orchestra o altri eventi musicali?
«C'è disponibilità da parte nostra, ma non sappiamo se le norme lo consentiranno. Occorre verificare, anche in base all'evoluzione della pandemia».

Il dialogo è già in atto, invece, con gli organizzatori del Napoli Teatro Festival Italia, che nella precedente edizione hanno organizzato il dopo festival nei giardini di Palazzo Reale?
«Vorremmo tentare di mantenere l'appuntamento: i contatti sono in corso, va verificata la fattibilità del progetto».
Lei ha assunto anche la direzione temporanea della Biblioteca dei Girolamini, subentrando al direttore Vito de

Nicola, da poco in pensione: qual è la situazione nel complesso monumentale?
«Ho gestito una fase di passaggio, con il personale in smart working: e anche lì i cantieri per il restauro sono stati fermi per il lockdown: ora sono di nuovo aperti. Nella gestione, diventata autonoma come per Palazzo Reale, è stata nominata Simonetta Buttò, un'esperta di primissimo piano che ha grande esperienza: ha già diretto, tra l'altro, la Biblioteca nazionale di Napoli».
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