Centrale, panoramica, elegante:
riapre a Pompei la domus dei mosaici

Centrale, panoramica, elegante: riapre a Pompei la domus dei mosaici
di Carlo Avvisati
Mercoledì 16 Novembre 2016, 08:43 - Ultimo agg. 11:32
3 Minuti di Lettura

Pompei. C'è voluto circa un anno di lavoro per riportare al suo splendore l'intero apparato decorativo: tessere a mosaico in cocciopesto o in marmo, bianche e nere, della «Casa dei Mosaici geometrici», la domus che da oggi potrà essere ammirata da chiunque visterà il sito archeologico di Pompei.

Il degrado, nel corso degli anni, l'aveva pesantemente colpita: centinaia di tessere erano sollevate dal piano calpestio; i motivi e le geometrie dei mosaici quasi non si leggevano più, tanto pesantemente era stati aggrediti dalle muffe. La casa, che secondo gli archeologi risale a un periodo compreso tra il III e il II secolo avanti Cristo, è anche una delle più grandi della città; si sviluppa difatti su una superficie di circa tremila metri quadri con sessanta ambienti.
 

 

Ma quello che caratterizza ancora di più questa fastosa domus, il cui impianto deriva dalla trasformazione di due altre case tra loro adiacenti, è la posizione in cui si trova: scenografica e centrale allo stesso tempo. Perché se da un lato è posta quasi sul costone sud di Pompei e dunque affaccia su quello che in antico dovette essere, con ogni probabilità, il porto cittadino, a nord, invece, l'ingresso, si apre sul vicolo che porta alle terme del Sarno e dista solo qualche centinaio di metri dal Foro cittadino.

La Domus, che venne rimodernata dai proprietari all'indomani del disastroso terremoto che colpì Pompei e l'area vesuviana nel 62 dopo Cristo, venne ritrovata agli inizi del 1800 e se ne cominciò lo scavo nel 1826. Il recupero, tuttavia, non si concluse del tutto: alcuni altri interventi vennero effettuati due secoli dopo, nel vicinissimo 2013. Tra le caratteristiche della domus c'è un ampio atrio con impluvium e un tablino da cui si accede al peristilio e al portico.

Inserita all'interno del «Grande Progetto Pompei» la casa è stata oggetto di restauro con altri edifici che necessitavano di interventi di messa in sicurezza. Si tratta di tre fabbricati, ritenuti all'epoca amministrativi, che affacciano sul Foro, e della Casa detta «di Championnet» dal nome del generale francese che costituì la Repubblica partenopea, nel 1799, lo stesso anno in cui venne scavata. Quest'ultima domus aprirà nei primi mesi del 2017.

L'intervento di recupero riguarda le coperture, che andavano del tutto rifatte. In buona sostanza, per restaurare apparati decorativi e strutturali degli edifici in oggetto sono stati stanziati quasi 3 milioni e settecentomila euro del «Grande Progetto POmpei». Che come ha di recente sottolineato il direttore generale, Massimo Osanna grazie a quanto risparmiato in virtù dei ribassi «può contare su una cifra superiore pari a circa la metà del primo stanziamento di 105 milioni di euro». Vale a dire 150 milioni e rotti di euro. Si potrà dunque mettere mano a ulteriori progetti destinati a garantire sicurezza per quella «città fragile» che, dopo quasi tre secoli di scavi, è diventata Pompei.

© RIPRODUZIONE RISERVATA