Pompei, ecco la scoperta più importante degli ultimi decenni: dagli Scavi emerge la tomba di un impresario

Pompei, ecco la scoperta più importante degli ultimi decenni: dagli Scavi emerge la tomba di un impresario
di Ilenia De Rosa
Mercoledì 26 Luglio 2017, 16:48
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POMPEI - «È la scoperta più importante degli ultimi decenni fatta agli scavi archeologici di Pompei». Non ha dubbi il soprintendente Massimo Osanna. Si tratta di una tomba monumentale in marmo con la più lunga epigrafe funeraria mai ritrovata prima, 4 metri in 7 righe, rivenuta durante le attività di scavo connesse alla ristrutturazione degli edifici demaniali nell'area di San Paolino. «L'apetto più straordinario riguarda le informazioni che ci fornisce l'iscrizione - continua Osanna - di una tomba che probabilmente apparteneva al personaggio più importante della colonia. Secondo le nostre ricostruzioni il defunto potrebbe essere Gnaeus Allieus Nigidius Maius, per una serie di attività che aveva svolto per i pompeiani, di cui abbiamo traccia». L'iscrizione contiene l'elogio al defunto, cosa che a Pompei non ha confronti. «Sono ricordate azioni e attività realizate in occasione di momenti importanti della biografia del defunto, tra cui l'assunzione della toga e le nozze. Eventi in cui sono stati organizzati grandi banchetti (nel primo caso con 456 triclini) con migliaia di pompeiani. Non è un caso che, come l'iscrizione riporta, il defunto abbia poi rivestito la carica di duoviro».
 

Le informazioni più straordinarie riguardano la rissa che nel 59 d. C. scoppiò nell'anfiteatro trasformandosi in scontro armato tra pompeiani e nocerini. «Nell'iscrizione rinvenuta, che completa le informazioni scritte da Tacito sull'episodio, si fa riferimento per la prima volta all'esilio che avrebbe colpito addirittura i due sommi magistrati in carica, ossia i duoviri della città. Dati inediti, dunque, su un momento importante della storia politica di Pompei. Poi c'è un altro aspetto importante: la scoperta ci permette di ricontestualizzare un pezzo importante finito al Mann alla metà del diciannovesimo secolo che probabilmente faceva parte della tomba monumentale».