La Biblioteca e complesso monumentale dei Girolamini è tra i più straordinari e significativi scrigni di storia e cultura della città di Napoli, costituisce un unicum per densità e qualità del patrimonio architettonico, storico, artistico e librario: un insediamento fortemente voluto nel XVI secolo dal potere papale per arginare il 'pericoloso' diffondersi della Riforma e mantenere, attraverso il predominio culturale e le arti in genere, un rigoroso controllo sulla galassia di comunità religiose che andavano diffondendosi in città.
Nel 1866, a seguito della soppressione degli ordini e del Regio decreto 3036 del 7 luglio, cosiddetto di 'eversione dell'asse ecclesiastico', il complesso diventa così 'Monumento nazionale' assegnato al ministero per la Pubblica istruzione.
La drammatica devastazione e il saccheggio della Biblioteca che emergono nella primavera del 2012 inducono la Procura della Repubblica di Napoli, il 18 aprile 2012, a sottoporre a sequestro preventivo la Biblioteca statale oratoriana annessa al monumento nazionale dei Girolamini, e lo Stato italiano a prendere tutto direttamente in custodia. Così, il 23 gennaio 2014 la Procura revoca il sequestro preventivo disponendone il sequestro probatorio.
Il periodo iniziale dell'amministrazione statale diretta del Complesso è contrassegnato da attribuzioni di competenze diverse tra uffici centrali e periferici del Ministero; fino a quando, il 12 aprile 2017, in ottemperanza alle disposizioni del decreto ministeriale 23 gennaio 2016, numero 43, la titolarità del 'Complesso monumentale dei Girolamini' (chiesa, biblioteca, ex oratorio con i chiostri) viene assegnata al Polo museale della Campania, oggi Direzione regionale Musei Campania. Dal 5 febbraio 2020, infine, la Biblioteca e complesso monumentale dei Girolamini è diventato un Istituto dotato di autonomia speciale, di rilevante interesse nazionale, afferente alla direzione generale Biblioteche e diritto d’autore ai sensi del D.P.C.M. del 02.12.2019, n. 169.
Il complesso in via Tribunali è anche cantiere di restauro, lavori in parte completati. In particolare gli interventi degli ultimi anni si sono concentrati su tre macroaree, in cui sono stati impiegati esclusivamente fondi europei: il cosiddetto cantiere Unesco (Grande Progetto per la valorizzazione del Centro Storico-Sito Unesco, 7 milioni di euro), vede il Comune come stazione appaltante, e interessa parte delle facciate del complesso che si apre su via Duomo e della chiesa su piazza dei Girolamini, il chiostrino cinquecentesco, il chiostro grande e la Congrega dei Dottori, oltre a interventi di adeguamento funzionale e di riqualificazione degli spazi espositivi; gli altri due cantieri sono gestiti dagli istituti periferici del Ministero della Cultura (soprintendenza e segretariato): uno, finanziato nell’ambito del Pon «Cultura e Sviluppo» 2014-2020 (2 milioni e 110mila euro), cofinanziato con i fondi europei Fesr e rientrante nella Programmazione di natura strategica del ministero, prevede la valorizzazione del percorso di visita e il completamento del restauro della Chiesa di San Filippo Neri, praticamente concluso; il terzo (7,7 milioni di euro), infine, interessa l’ala delle sale storiche della biblioteca, tra cui la celebre e monumentale Sala Vico.
Gli interventi e le attività programmate e da programmare tengono necessariamente conto delle implicazioni connesse con le enormi dimensioni del complesso e la vasta gamma di problematiche attinenti alla sua gestione attuale e futura, fatta di una progressiva restituzione alla pubblica fruizione in termini di servizi e percorsi di visita con azioni indirizzate a ripristinare l’organica lettura complessiva e il suo rapporto con il tessuto urbano.