Napoli. Dalle uova di riccio di mare una molecola con proprietà anti-tumorali

Napoli. Dalle uova di riccio di mare una molecola con proprietà anti-tumorali
di Marisa La Penna
Venerdì 25 Luglio 2014, 09:10 - Ultimo agg. 09:42
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Un gruppo di ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn in collaborazione con l’Istituto di Scienze dell’Alimentazione del Cnr di Avellino, ha studiato l’effetto di una molecola isolata dalle uova di riccio di mare su alcune linee di cellule tumorali.

Negli anni ottanta, la dottoressa Anna Palumbo, attualmente dirigente di Ricerca alla Stazione Zoologica Anton Dohrn, scoprì, in collaborazione con i professori Giuseppe Prota e Marco d’Ischia dell’Università degli studi di Napoli Federico II, che le uova di riccio di mare contenevano in gran quantità una molecola dalla struttura molto semplice, un amminoacido modificato, denominata ovotiolo. Nel riccio, l’ovotiolo svolge una potente azione anti-ossidante proteggendo l’embrione dai radicali liberi che si formano all’atto della fecondazione.



Recentemente, la Palumbo, insieme con la sua giovane collaboratrice, Immacolata Castellano, ha individuato una nuova funzione dell’ovotiolo che potrebbe avere applicazioni in biomedicina. In collaborazione con Gian Luigi Russo e Maria Russo del Cnr di Avellino e Alessandra Napolitano della Federico II, è stato scoperto che l’ovotiolo svolge un’azione antitumorale su cellule di carcinoma epatico, mentre non ha effetto su cellule normali. Il trattamento con ovotiolo determina un tipo di morte delle cellule tumorali detto autofagia.







I risultati di questa ricerca, pubblicati sulla rivista internazionale Marine Drugs, confermano che il mare è una immensa fonte di molecole con proprietà benefiche per l’uomo e attrae l’interesse della comunità scientifica e farmaceutica per la scoperta di nuovi farmaci.



Anche in questo caso, l’ovotiolo potrebbe avere proprietà preventive e/o curative, rispetto ad alcuni tipi di tumore, come quello del fegato. Da qui, l’importanza di preservare il mare e la sua biodiversità. A questo scopo, alla Stazione Zoologica è in corso uno studio per cercare di isolare l’ovotiolo dalle microalghe, piccoli organismi unicellulari, che possono crescere rapidamente e quindi produrre grandi quantità della molecola, senza la necessità di sottrarre specie animali all’ecosistema marino.
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