Nasse e batterie nell'area marina protetta di Baia: maxi sequestro della guardia costiera

nasse sequestrate area marina protetta baia
nasse sequestrate area marina protetta baia
di Patrizia Capuano
Venerdì 19 Settembre 2014, 14:14 - Ultimo agg. 15:44
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Bacoli -Task force della guardia costiera a tutela dell’area marina protetta di Baia: i militari dell’Ufficio locale marittimo hanno sequestrato 161 nasse poste sui fondali, nella zona A di riserva integrale. Le attrezzature da pesca erano collegate a batterie di auto, che costituiscono un grosso danno per l’habitat marino costiero e per i reperti archeologici inabissati. I guardacoste - a bordo della motovedetta CP 711, al comando del maresciallo Luigi Carputo, e del battello Gc B24 condotto dal secondo capo Luigi Bombasaro - hanno individuato e posto sotto sequestro le nasse al termine di un controllo nel parco archeologico sommerso. L’operazione - condotta dal comandante dell’Ufficio locale marittimo di Baia luogotenente Antonio Visone - e coordinata dal capo del Circondario marittimo di Pozzuoli, tenente di vascello Andrea Pellegrino e dal direttore marittimo della Campania ammiraglio Antonio Basile, ha consentito di mettere in luce e contrastare la pesca illegale ai danni della zona di riserva integrale. Al termine del sequestro, è scattata una denuncia penale e il fascicolo relativo all’attività eseguita è stato trasmesso alla Procura della Repubblica di Napoli. Alla task force ha partecipato anche un subacqueo della Soprintendenza archeologica, su disposizione del responsabile dell’area marina protetta di Baia, Paolo Caputo. Aperta intanto un’indagine per individuare i responsabili dello scempio e verificare se le nasse hanno apportato danni alle strutture archeologiche di epoca imperiale inabissate sui fondali dal bradisismo che interessa la costa flegrea. Serrati anche i controlli nel porto di Baia. I guardacoste hanno sequestrato una piattaforma in cemento con il piano di calpestio in legno, oggetto di lavori di rifacimento senza autorizzazione. Il committente, concessionario della zona, è stato denunciato all’autorità giudiziaria.