Siamo ciò che mangiamo: nutrimento e gravidanza in un libro a quattro mani

Siamo ciò che mangiamo: nutrimento e gravidanza in un libro a quattro mani
di Donatella Trotta
Venerdì 24 Luglio 2015, 21:35 - Ultimo agg. 21:39
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«Noi siamo quello che mangiamo, che respiriamo e quello che assorbiamo dall’ambiente che ci circonda». Non è uno slogan dell’Expo di Milano, incentrato su «Nutrire il pianeta, energia per la vita», ma una felice intuizione del filosofo tedesco Ludwig Feuerbach (1804-1872). A riproporla ora, nella sua intatta attualità, è un libro originale e utile, dall’evangelico titolo «Non di solo pane», appena pubblicato da Le Lettere di Firenze (pagg. 157, euro 19).

Il libro è scritto a quattro mani da un uomo e da una donna dalle competenze diverse, ma accomunate dall’esperienza da entrambi vissuta di genitorialità consapevole: da un lato, un medico di lungo corso, Piero Antonio Angelucci, ginecologo ostetrico per quarant’anni presso l’ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina di Roma e padre di tre figli; dall’altro lato Elvira Frojo, napoletana di origine, che oltre ad essere madre di due figli è anche avvocato, commendatore della Repubblica e qualificato dirigente della Pubblica Amministrazione nella capitale.



A chiarire subito, sin dalla copertina, l’orizzonte dell’opera è il sottotitolo: «L’importanza dell’alimentazione in gravidanza». Ma attenzione. Si ingannerebbe chi creda di trovarsi di fronte ad uno dei tanti manuali più o meno ”tecnici“ per le donne in attesa, liquidandolo così sbrigativamente come un testo circoscritto solo a una precisa stagione (i nove mesi dello stato interessante) e ad un pubblico esclusivamente femminile di potenzialmente interessato a leggerlo. Tutt’altro. L’originalità (e l’utilità tout court) di quest’opera rigorosa nell’impianto scientifico, ma dall’accattivante (e comprensibile a tutti) piglio divulgativo, consiste infatti nell’andare oltre l’incanto e il mistero del concepimento, dell’attesa e della nascita di una nuova vita - un cammino comunque lungo e complesso da intraprendere con un’adeguata consapevolezza - offrendo invece un contributo prezioso, e significativo, alla tutela della salute umana in generale. Proprio a partire da una corretta alimentazione e da uno stile di vita appropriato: capaci di segnare non soltanto gli adulti ma anche, e soprattutto, le creature in fieri sin dal grembo materno. E anche prima.



«Dietro ogni individuo nato - scrivono gli autori - c’è una storia, la storia della sua mamma, le luci e le ombre della sua gravidanza, la necessità di offrire una ”prestazione“ che il pudore materno non riesce ad esprimere, fatta di un’emozione incomparabile, di silenzi, di richieste talvolta non esaudite, di un amore da alimentare ogni giorno per un essere che ancora non c’è ma che già impone scelte, progetti di felicità e che, a volte, disorienta». Già. Quanti dolorosi episodi di cronaca non si registrerebbero se solo ci fosse una maggiore tutela (ma anche più rispetto, e informazione corretta e condivisa) di quel percorso esistenziale che oltre a unire un uomo e una donna, e le loro famiglie, mette al mondo vite condizionate con un ”imprinting“ indelebile dal contesto che le ha generate: persino nello stato fetale, intrauterino.



«Ogni cosa che senti, mangi, bevi e fai - spiegano gli autori con il loro stile colloquiale e dialogico, teso sì a informare ma senza ansie, anzi rassicurando - avrà conseguenze dirette sulla tua vita e su quella del tuo bambino. È il ”pane buono“ che ti preparerà a incontrare tuo figlio in maniera felice molto prima della nascita». Il campo di indagine, da questo punto di vista, è quello della nutrigenomica: nuovo settore della medicina molecolare che esamina proprio i rapporti tra la nutrizione e il patrimonio genetico specifico di ogni singolo individuo (vale a dire, il cibo che ingeriamo influenza anche il nostro Dna), e che gli autori esemplificano con concisa chiarezza nelle appendici finali del libro, con tanto di descrizioni dei cinque principali «biotipi metabolici» con le loro esigenze: ossia, gruppi umani con caratteristiche psicofisiche diversificate che tuttavia, dalle costituzioni ereditarie (”genotipo“) possono modificarsi, nel corso della vita, per l’interazione dell’individuo con l’ambiente (”fenotipo“).



Genetica ed epigenetica vanno dunque a braccetto, in questa testimonianza appassionata che prende le mosse sia da Ippocrate («Il cibo sia la tua medicina, la tua medicina sia il tuo cibo») sia da Gandhi («La pace inizia nell’utero materno»): inducendo così anche le persone vicine alla donna (compagno, medici, familiari, amici) ad una riflessione più consapevole su salute e malattia che porti ad una sensibilità diversa, oltre che a una cultura sociale volta a prevenire patologie più o meno gravi. In che modo? Per gli autori, che l’hanno sperimentato, l’amore, l’armonia e la giusta nutrizione sono i tre pilastri di una vita sana ed equilibrata, prima e dopo la nascita di ciascuno. Oltre che un diritto fondamentale, troppo spesso disatteso in società affette da un crescente disagio di civiltà.



Ecco perché protagonista principale del libro (strumento di prevenzione importante) è la salute globale: quella che ci riguarda tutti, e che secondo un antico proverbio cinese consiste «nelle cellule che si amano». Definizione poetica ma, a ben guardare, non troppo distante dal concetto di salute connotato anche nella Costituzione dell’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) come «stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia».



(Illustrazione di Octavia Monaco, "Il tempo delle madri")
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