«Campus», il nuovo musical del Gen Rosso in prima mondiale a Napoli

«Campus», il nuovo musical del Gen Rosso in prima mondiale a Napoli
di Donatella Trotta
Mercoledì 25 Marzo 2015, 23:30 - Ultimo agg. 23:31
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Una prima mondiale a Napoli che ha il sapore di una sfida sulla via del dialogo, nella città più «mittelmediterranea» (e contraddittoria) d’Europa. E uno spettacolo di forte impatto emotivo, di respiro internazionale, che è molto più di un musical: declinandosi in un ambizioso progetto culturale che coinvolge giovani, artisti e intellettuali di dieci diversi Paesi del mondo per guardare oltre l’orizzonte dei conflitti, delle crisi e delle lacerazioni. Individuali e collettive. Si intitola «Campus» il nuovo musical realizzato, dopo dieci anni di lavoro, dal Gen Rosso, gruppo artistico internazionale che andrà in scena al Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare di Napoli sabato 28 marzo alle ore 20 (con replica domenica 29 alle ore 18), preceduto da una tavola rotonda di approfondimento, dal titolo «Noi siamo dialogo» (sabato alle 16.30 nella Sala Italia della Mostra d’Oltremare), che affronterà alcuni dei temi forti che lo spettacolo porterà sul palco con leggerezza. Oltre che con la coinvolgente creatività della musica, della danza, del canto, del recitativo e della multimedialità: odio razziale, integralismo violento, terrorismo, corruzione ma anche convivenza tra diversi, interazione e integrazione multiculturale, anelito alla giustizia, impegno ecologico.



«Un grande Campus del neoumanesimo, con un carattere di universalità che sentiamo vibrare nell’anima di Napoli e con una missione di pace, ribadita spesso dal filosofo Aldo Masullo, che corrisponde alla vocazione profonda dell’identità di questa città mediterranea, crocevia di relazioni e civiltà diverse»: questo il commento di Nino Daniele, assessore comunale alla Cultura, intervenuto in Sala Giunta di Palazzo San Giacomo alla presentazione dell’iniziativa, organizzata dalla Fondazione Mario Diana Onlus (nata nel 2013 in memoria dell’imprenditore ucciso nel 1985 dalla camorra, ennesima vittima innocente della criminalità), dal gruppo editoriale Città Nuova e dall’Associazione Focus Focolari, con il patrocinio del Comune, dell’Arcidiocesi partenopea e dell’Istituto Universitario Sophia. Con lui, alcuni dei protagonisti del progetto: il direttore di produzione del musical «Campus», Valerio Gentile e il direttore della rivista «Città Nuova», Michele Zanzucchi, che saranno presenti anche alla tavola rotonda di sabato pomeriggio alla quale interverranno il presidente della Fondazione Diana, Antonio Diana; il sindaco Luigi de Magistris; il vescovo ausiliare di Napoli monsignor Lucio Lemmo; Pasquale Ferrara, diplomatico, politologo, esperto di relazioni internazionali; il tunisino Adnane Mokrani, musulmano, docente di islamistica e uno dei garanti delle ultime elezioni in Tunisia dopo la Rivoluzione dei gelsomini; la giornalista di «Popoli e Missioni» Anna Pozzi, esperta di nordafrica, Africa subsahariana e del fenomeno di Boko Haram; e infine l’algerino Iman Kamel Layashi e l’italiano Carlo Gallian, testimoni di una buona pratica di convivenza tra famiglie musulmane e cristiane in veneto.



«Come ha detto Benedetto XVI, non si può fare dialogo interreligioso, ma si può farlo sul piano interculturale perché il dialogo non è mai qualcosa di astratto bensì di concreto, non avviene tra Islam e Cristianesimo ma tra musulmani e cristiani: ha bisogno delle persone per realizzarsi, per questo abbiamo pensato ad una piattaforma d’incontro che si accompagna allo spettacolo» spiega Zanzucchi sintetizzando lo spirito del progetto. Di qui la sfida del musical, che si avvale della regia dell’inglese Sarah Finch, della direzione artistica dello svizzero Beni Enderle e della produzione esecutiva di Ciro Ercolanese, su libretto di Valerio Ciprì, con musiche di Enderle, José Manuel Garcia, Nando Perna, Grazia Cinquetti, direzione musicale e arrangiamenti di Emanuele Chirco, scenografia di testi delle canzoni di Ciprì, Eric Mwangi e Gentile, coreografie di Ponsiano Chang’a e scenografia virtuale, proiezioni, video e luci di Jean Paul Carradori. In scena, un cast multietnico composto da Joseph Siason (Filippine), Adelson Reis de Oliveira (Brasile), Ideal Lukodi (Congo), Grazia Cinquetti, Maria Minotto, Michele Sole, Emanuela Pantano (Italia), Raymund Estrada (Filippine) e Ponsiano Chang’a (Tanzania). Con loro, la band con il filippino Dennis Ng (batteria), lo spagnolo José Manuel Garcìa (basso), gli italiani Christiano Gallian (chitarre) ed Emauele Chirco (tastiere).



Ma di che parla «Campus»? Lo racconta Valerio Gentile, direttore di produzione: «È un musical dal respiro globale, echeggiato dalle storie e da un impianto narrativo che punta al cuore delle sfide delle contemporaneità, anche grazie al linguaggio universale di una colonna sonora rigorosamente ”live“, che spazia nei ritmi e nelle contaminazioni di sonorità etno-afro, samba, hip-hop/dubstep, funky/soul, easy jazz, Rhytm & blues, brit-reggae, rock, pop, folk progressive, rap. Ambientato in un campus universitario, parte dalle storie di nove giovani personaggi di differenti nazionalità, ispirate a vicende realmente accadute e costate dieci anni di ricerche e confronti tra noi, per approdare alla radice della paura generata dai terrorismi. Una paura che si può sconfiggere con la conoscenza e con l’amore, che scaccia il timore. Un lavoro insomma disseminato di domande che non fornisce risposte univoche, ma messaggi di solidarietà, rispetto e ascolto reciproco, accoglienza e ricchezza delle diversità». Una sfida, appunto: e uno stimolo a tornare a valori e ideali che originarono, cinquant’anni fa, il gruppo del Gen Rosso, nato nel 1966 a Loppiano (Firenze) da un’idea e dal carisma dell’unità di Chiara Lubich (Premio Unesco per l’Educazione alla Pace), laboratorio di numerosi musical e fucina di oltre 200 talenti di diversi Paesi del mondo, con tournée in 52 differenti nazioni dei vari continenti. Sabato, tappa a Napoli per la prima mondiale della nuova produzione.
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