All'Emeroteca Tucci si festeggia la Giornata mondiale del libro dell'Unesco

All'Emeroteca Tucci si festeggia la Giornata mondiale del libro dell'Unesco
di Donatella Trotta
Giovedì 23 Aprile 2015, 11:30 - Ultimo agg. 16:14
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Anche Napoli si attrezza per celebrare degnamente, oggi, la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, patrocinata dall’Unesco, che tante manifestazioni ha stimolato in tutta Italia. E mentre la Rai (Rai 3 e la Direzione Comunicazione e relazioni esterne), in collaborazione con l’Aie (Associazione italiana editori), trasmetterà stasera alle 21.05, in diretta da Milano e nell’ambito del progetto «Io leggo perché» due ore di eventi per festeggiare l’appuntamento, a Napoli protagonista della celebrazione per la promozione della lettura è la storica Emeroteca-Biblioteca «Vincenzo Tucci» (nata nel 1907 e incrementatasi dieci anni dopo). Che ha deciso di donare 300 volumi alle Biblioteche del Comune, e non solo. L’appuntamento è per questa mattina alle ore 12, nella sede dell’Emeroteca in piazza Matteotti (Palazzo delle Poste, secondo piano): in occasione della consegna, verrà infatti anche sottoscritto un protocollo d’intesa per la collaborazione tra le biblioteche del Centro penitenziario di Secondigliano, della Casa Circondariale di Poggioreale e il sistema bibliotecario comunale.



All’incontro interverranno tra gli altri Nino Daniele, assessore comunale alla Cultura e al Turismo; Claudio Flores, Dirigente del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria della Campania; Mario Zaccaria, Vice Presidente dell’Emeroteca «Tucci»; Ida Alessio Vernì, Dirigente del Servizio Biblioteche del Comune di Napoli; Antonio Fullone, Direttore della casa Circondariale di Poggioreale e Liberato Guerriero, Direttore del Centro Penitenziario di Secondigliano. Tempio della memoria storica dei giornalisti, scrigno di tesori e testimonianze rare, rarissime o addirittura possedute in esclusiva, la «Tucci», con il suo presidente Salvatore Maffei, è un prezioso bene comune per la città e per la cultura tout court in quanto indispensabile infrastruttura democratica, presidio pluridisciplinare di saperi e servizi aperto al pubblico e “granaio” per ammassare riserve contro “l’inverno dello spirito”, secondo la bella definizione di Marguerite Yourcenar. Archivio non a caso dichiarato «di notevole interesse storico» dal Mibac (Ministero per i Beni e le attività culturali) il 24 giugno 1999, la «Tucci» possiede anche una significativa pinacoteca con dipinti di Aprea, Balestrieri, Carignani, Casciaro, Ciletti, Ierace, La Bella, Magnavacca, Parente, Passaro, Prisciandaro, Uva, Viti e sculture di Achille D’Orsi, Saverio Gatto, Francesco Mercatali.



Ma soprattutto, questa Emeroteca nel cuore della città - purtroppo ancora oggi misconosciuta a molti degli stessi napoletani e in perenne affanno per la scarsità di adeguati supporti economici nella complessa gestione ordinaria e straordinaria, tra acquisizioni, 50 mostre realizzate in città e in trasferta in Italia e all’estero, pubblicazioni, servizi di visite guidate con le scuole, rilegature ecc. - è tappa obbligata ogni anno e meta ambìta nell’itinerario di centinaia ricercatori, studiosi e studenti di tutto il mondo. Il perché è presto detto: il suo patrimonio offre infatti alla fruizione pubblica ben 40mila libri degli ultimi sette secoli (compresi incunaboli, cinquecentine e secentine e testi rari su arte, cinema diritto, comunicazione, letteratura, scienze, teatro, storia, oltre mille dei quali dedicati a ebraismo e Shoah); manoscritti e lettere autografe di uomini di governo, artisti e scrittori degli ultimi quattro secoli; bandi giuridici e postali e manifesti (120 quelli futuristi, oggetto di una importante mostra); stampe, cartografie rare e fotografie del periodo bellico. In particolare, miniera d’oro dell’Emeroteca e nucleo più cospicuo del suo patrimonio sono i 250mila volumi in cui sono raccolte le 9.470 collezioni di testate giornalistiche (quotidiani, riviste, periodici, annuari, almanacchi e strenne italiani, francesi, inglesi, tedeschi, austriaci, russi, spagnoli, svizzeri, statunitensi, svedesi, neozelandesi e sudamericani) degli ultimi cinque secoli. Di questi novemila titoli, più di duemila non sono posseduti da nessun’altra biblioteca della Campania e circa 200 mancano alle biblioteche pubbliche italiane e straniere.



Una ricchezza sorprendente, ghiotta per i palati di competenti e appassionati e dovuta principalmente all’occhiuta gestione, alla strenua abnegazione e all’abile collezionismo del presidente Maffei: che ha ultimamente avviato anche un progetto di digitalizzazione e messa in rete nel Servizio Bibliotecario Nazionale, approvato dall’Unione Europea, di circa 18mila pagine di preziosi materiali (tra i quali in incunabolo, otto Cinquecentine e cinque Secentine giuridiche, una serie di periodici napoletani dell’Ottocento di pedagogia, satira, scienze, letteratura, religione, arte e viaggi). Lo racconta ora una pubblicazione fresca di stampa, dal titolo «La “Tucci” mette in rete giuristi arcigni e genuflessi», dove si descrivono «Quattro secoli di saperi da salvare» grazie al cofinanziamento del progetto Por-Fesr 2007/2013 «La cultura come risorsa», obiettivo operativo 1.10, promosso dalla Regione Campania. Un primo significativo passo, per potenziare una realtà culturale oggetto di ben due proposte di legge a sua tutela (primi firmatari, Giuseppe Scalera per la n. 4317 del 28 aprile 2011 e Luisa Bossa per la n. 585 del 16 aprile 2013) ma finora rimaste lettera morta. Dal 1996 infatti, una legge della Regione Campania (la n. 12), che aveva permesso il potenziamento della «Tucci» fino al 2001, non è stata più finanziata dal 2002, benché vigente. E i contributi dei soci sostenitori non bastano più a coprire la miriade di attività che hanno reso l’Emeroteca una fucina di ricerca riconosciuta (e conosciuta) anche e soprattutto da molti stranieri.



Ecco perché, nella Giornata mondiale del libro, della lettura e della protezione della proprietà letteraria, l’incontro non soltanto celebrativo di oggi risulta particolarmente significativo, anche per le sue notevoli ricadute sociali. Rappresenta una piccola diga contro l’imbarbarimento, secondo quanto dichiarò una volta a Firenze l’ex ministro della Cultura Massimo Bray: «Voglio – disse Bray – che le biblioteche siano i simboli più evidenti di uno Stato che crede nel valore della Cultura». Un valore liberatorio, come ha avuto modo di verificare chi scrive quando lanciò con la Fondazione Premio Napoli, nel 2002, l’idea di realizzare comitati di lettura all’interno delle carceri. Da allora, l’esperienza ne ha gemmato tante altre, feconde di risultati e di partecipazione autentica, da parte dei detenuti e non solo. Confermando un pensiero del “favoloso” Gianni Rodari, quando diceva: «tutti gli usi della parola a tutti mi sembra un buon motto, dal suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo».



Lo condivide l’assessore Nino Daniele, che sull’iniziativa di oggi dichiara: «Con le biblioteche comunali accessibili ai detenuti si apre un nuovo fronte nell'impegno culturale del Comune di Napoli, una innovativa collaborazione tra il Servizio Biblioteche e i principali istituti carcerari della Campania. Oltre a mettere a disposizione dei detenuti i libri delle biblioteche comunali, si dà inizio ad un lavoro comune che si estende dalla collaborazione dei bibliotecari comunali alla catalogazione, al prestito ed alla formazione e che prevede il coinvolgimento attivo, oltre che del personale penitenziario, anche dei detenuti». E, sempre in tema con la Giornata, Daniele ricorda infine anche l'avvio di Un (lungo)mare di libri, nella Villa Comunale, con un sabato e domenica al mese dal 25-26 aprile, con la partecipazione di editori e librai campani. Per spargere semi di letture, moltiplicando le avventure della conoscenza critica.
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