«Liberbook», a Parma la bellezza ritrovata dei libri d'artista

«Liberbook», a Parma la bellezza ritrovata dei libri d'artista
di Donatella Trotta
Sabato 23 Maggio 2015, 18:13 - Ultimo agg. 22:42
5 Minuti di Lettura
Acrostici aerei come semi fluttuanti di taràssaco, in cui le parole germogliano fiorendo in nuovi sensi: amplificati dal legame tra segno e pensiero, arte e scrittura. Guide speciali per bibliofili «affamati» di bellezza. Salvifica e da salvare. E poi libri-scrigno, densi di piccoli tesori misconosciuti o nascosti, ai confini tra immagini e testi, capaci di trasportare intenditori, cultori, collezionisti o anche semplici appassionati in dimensioni senza tempo. Ovvero, oltre il tempo e la velocità di un presente dominato dalla dittatura della techne. Sono i libri d’artista, a tirature (necessariamente) limitate, perché prodotti squisitamente artigianali, fatti a mano con sapienza d’amore e amore della sapienza da specialisti che sanno intrecciare passioni e competenze antiche con sensibilità moderna.



Sono loro i protagonisti, oggi e domani a Parma, della seconda edizione di Liberbook, Salone biennale dedicato al libro d’artista e alla stampa d’autore che dal 2013 ha trovato casa - non a caso - in quel Palazzo della Pilotta dove visse e operò Giambattista Bodoni, principe dei tipografi, con la sua stamperia reale.



La rassegna internazionale (orari di apertura: oggi dalle 11 alle ore 20, domani dalle 10 alle ore 19), quasi un viaggio sugli affascinanti sentieri della microeditoria, è ideata e promossa dall’acquafortista André Beuchat, titolare dell’Atelier Alma Charta, in collaborazione con il Rotary Club Parma Est e con il sostegno della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici di Parma e Piacenza e della Biblioteca Palatina, ed espone le opere prodotte da 38 artisti-editori, accanto alla presenza di alcuni degli autori delle opere in mostra: come Laura Anfuso, raffinata studiosa romana di letteratura per l’infanzia e di editoria per ragazzi, operosa animatrice e promotrice della lettura, che a Parma presenta in anteprima il suo nuovo testo poetico Pagina. L’opera è un acrostico per un libro d’arte illustrato da Manuela Marchesan, artista-editrice della sigla indipendente bolognese MagnificheEditrici, che l’ha stampato in 10 esemplari (più 4 prove d’artista) con rarefatte immagini con la tecnica acquatinta e cianotipia su supporto di fliselina. Un prezioso libro-oggetto, che riesce a contenere idee-forma con tecniche di riproduzione miste ma dal sapore - molto estremorientale - antico.



La rassegna di Parma è un’occasione preziosa per scoprire, conoscere e aggiornarsi su una realtà ricchissima di proposte ma ancora piuttosto carsica nel nostro paese (molto meno Oltralpe): solo metà di questi editori, infatti, proviene da tutta Italia (per la Campania è presente solo Edizioni dell’Ombra di Salerno), l’altra metà dall’estero. In prevalenza, dalla Francia e dalla Svizzera, ma anche da Germania, Ungheria, Spagna e persino Australia. Per la prima volta, quest’anno, anche la partecipazione dell’Istituto d’arte «Paolo Toschi», con lavori selezionati e realizzati dagli studenti nel corso dell’anno scolastico.



«In un’epoca completamente votata al digitale, la stampa d’arte e il libro d’artista assumono il ruolo di un elogio della via della lentezza, della manualità e della bellezza ritrovata di un canone antico, ma reinterpretato in accezione contemporanea che sta vivendo un fermento contagioso, anche tra i più giovani», spiega André Beuchat, anima e direttore artistico di Liberbook che ”gioca“ volutamente, nel suo titolo, con un bilinguismo antico-moderno che intende alludere anche alla «libertà» insita nella radice latina di libro: «La libertà - sorride Beuchat - è quella della creatività e della cultura senza frontiere, in continuità con un passato da recuperare e nel segno di una qualità estetica che ci rende non tanto relitti della preistoria, quanto, semmai, cultori di una nostalgia del futuro».



Lo spiegherà, al pubblico presente alla rassegna parmense, il collezionista Mauro Carrera, che introdurrà i neofiti al fascino discreto del mondo della bibliofilia, illustrando gli intensi rapporti che intercorrono tra arte e letteratura, dal Novecento fino ai giorni nostri, con la sua competenza di critico d’arte, docente e collezionista in proprio, titolare di un archivio unico nel suo genere. Mentre domani, alle 11, la presentazione del libro Guida per bibliofili affamati di Maria Gioia Tavoni e Barbara Sghiavetta, Edizioni Pendragon, offrirà uno strumento in più per addentrarsi nei meandri di una produzione culturale dalle molte anime, che spaziano dalla scrittura pura (narrativa e/o poetica) al libro oggetto, fino al testo d’artista composto di sole immagini.



La stampa d’arte, termine in apparenza un po’ elitario, adombra infatti molti misteri che da secoli hanno sedotto numerosi artisti come Dürer, Rembrandt, Parmigianino, Goya, Piranesi, Picasso e tanti altri maestri. In questa illustre scia, ereditando la tradizione e lo spirito di un lavoro svolto interamente a mano, l’incisore André Beuchat, direttore artistico di Liberbook, opera da più di vent’anni nel mondo della carta e dell’inchiostro. Classe 1956, nato a Neuchâtel da madre veneziana e da padre svizzero, Beuchat si è formato tra Roma, Firenze e Venezia aprendo un laboratorio di ceramiche d’arte a Fidenza nel 1980 e dedicandosi dal 1986, dopo essersi specializzato in calcografia presso il Centro internazionale della Grafica a Venezia, all’attività di incisore.



Risale al 2005 l’avventura dell’Atelier Alma Charta: realizzata per approfondire e diffondere quest’antica arte, praticata da Beuchat (il cui corpus calcografico comprende più di 700 lastre) e dai suoi allievi nella dimensione magica della campagna parmense, dove un antico podere a Toccalmatto di Fontanellato è diventato meta e crocevia di scrittori, poeti e artisti.

Basta collegarsi al loro sito per tuffarsi nell’atmosfera quasi fiabesca, eppure reale, di un luogo che custodisce sogni tangibili, con motivazioni che non si possono non condividere: «Ai ritmi vorticosi della nostra società – pensiamo alla velocità di viaggiare, di comunicare, di produrre – l’atelier Alma Charta contrappone la via lenta: senza clamore e ripudiando la facilità, nei percorsi di rame incisi all’acquaforte o nelle composizioni di caratteri mobili in piombo e in legno, manualità antiche si intrecciano con creatività nuove», conclude Beuchat. E il connubio fra immagine e scrittura può allora svelare e rivelare, su carte in puro cotone, «forze evocatrici e visioni poetiche, capaci di condurre la mente e i sensi in un mondo “altro”». Quello nel quale il codice comunicativo che unisce frontiere diverse è l’esperanto della bellezza. Perduta nella massificazione frettolosa e omologata. Ma da ritrovare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA