«Progetto abbracci» per Zanf, un libro e tante iniziative di solidarietà concreta

«Progetto abbracci» per Zanf, un libro e tante iniziative di solidarietà concreta
di Donatella Trotta
Sabato 6 Dicembre 2014, 20:52 - Ultimo agg. 7 Dicembre, 00:38
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La forza del destino può essere uno strappo, tanto improvviso e inaspettato quanto doloroso da accettare. Ma la sofferenza che ne scaturisce può anche trasformare, talvolta, la morte in vita e la fine di una persona cara in un nuovo inizio: confermando, così, un’intuizione di Simone Weil, per la quale il dolore altro non è che una spada piantata nella nostra vita, a separarci dall’effimero.



È una storia edificante - nel senso etimologico del termine - quella di Andrea Zanfagna, detto “Zanf”: un bel giovane napoletano, inquieto ed esuberante, dal sorriso aperto e contagioso e dalla vitalità apparentemente inesauribile, descritto dai suoi moltissimi amici come un "concentrato di energia positiva" capace di trasmettere, in un solo e particolare abbraccio «talmente forte da far mancare il respiro», tutte le declinazioni dell’affetto. E dell’amore per la vita. Quella che “Zanf” ha perso ad appena 34 anni, in un tragico incidente stradale ad Atene, il 26 maggio di quest'anno.



Un mese prima, dopo aver vissuto l’intensa esperienza del Cammino di Santiago, sul suo profilo Fb Andrea aveva scritto, twittando #vivaLAvita: «E oggi la vita mi ha insegnato questo: è quando anteponi il bene altrui al TUO, è quando decidi di rimanere quando tutto ti induce a scappare, che scopri quanto sia potente l'amore. Una roccia sulla quale tutto si infrange.... Perché niente più che AMARE, in qualsiasi delle sue molteplici forme, ci fa sentire VIVI».



È nata così, a Napoli, l’Associazione no profit Progetto Abbracci (www.progettoabbracci.org), che in pochi mesi ha già realizzato alcune concrete iniziative umanitarie (in Africa, ma anche in città) e altre ne ha in cantiere: un pozzo e una scuola per 700 bambini in costruzione in Tanzania, nella missione del sacerdote catanese Salvatore Guerrera; l’acquisto di strumenti musicali per l’orchestra sinfonica dei bambini dei Quartieri Spagnoli, parte di un sistema pedagogico musicale (tutor il cantautore Gino Paoli) che ha lo scopo di favorire ed integrare in un gruppo bambini e ragazzi in situazione di disagio; il sostegno alla Fondazione internazionale no profit AWL (Animal Without Limits), dedicata all’assistenza di animali in situazioni di crisi. Tutte iniziative caratterizzate «dall’immediatezza, dalla certezza dei beneficiari e dalla riscontrabilità oggettiva dei risultati, pubblicati in modo trasparente sul nostro sito», spiegano i fondatori dell’Associazione Claudio, Giovanna e Adriano Zanfagna: rispettivamente padre, madre e fratello di Andrea.



I quali, sublimando lo strazio della perdita, si sono così uniti a tutti gli amici più cari di “Zanf”, intenzionati a vivificarne la memoria nella scia di una non rituale restituzione (e amplificazione) del suo messaggio di amore donato disinteressatamente, spesso in condivisione con chi era meno fortunato di lui. E saranno proprio loro a presentare, giovedì 11 dicembre alle 18:30, negli spazi della Stazione di Mergellina messi a disposizione da Centostazioni (letture di Maria Cristina D’Alessandro), il libro collettaneo «Abbracci per Zanf» (Idelson-Gnocchi editore), appena pubblicato da Guido Gnocchi a cura di Maria Rosaria Selo. Il libro (i cui proventi delle vendite saranno devoluti in beneficenza all’Associazione Progetto Abbracci) raccoglie ricordi, racconti e testimonianze del cammino di Andrea dentro (e oltre) il suo tempo, come nella emblematica pagina iniziale tratta dal «Profeta» di Kahlil Gibran e dedicata ai «figli e figlie del desiderio che la vita ha di sé stessa… frecce viventi» scoccate dall’arco dei genitori ma per mano dell’Arciere: che, solo, «vede il bersaglio sul percorso dell’infinito».



Frammenti di un percorso amoroso. Che da particolare può farsi universale, se non esemplare, per altri: «Al funerale di Andrea – ricorda Claudio, il papà – siamo stati letteralmente sommersi da una massa inimmaginabile di persone, testimoni dell’affetto silenzioso che Andrea aveva seminato intorno a sé. Anche a nostra insaputa, con piccoli gesti come l’usanza di passare da un fioraio suo amico raccogliendo fondi per una beneficenza spicciola e diretta, che con un sorriso e la semplice formula “raccogli un fiore per…” è arrivata anche a 4mila euro in poche ore. Un fiume, un mare d’amore di cui abbiamo avuto improvvisamente piena consapevolezza proprio in quel momento doloroso dell’addio ad Andrea».



Di qui la voglia di continuare la sua ricerca esistenziale: «Non potevamo – aggiunge Claudio Zanfagna - lasciare morire così quest’energia, queste ondate di bene che devono continuare a scorrere, così come lui avrebbe voluto. Lui che aveva la capacità di dare sempre un pezzo di sé agli altri, persino in incontri fugaci, lasciando un segno di scanzonata allegria del suo passaggio. Può sembrare paradossale dirlo, ma è come se stessimo imparando a conoscere a fondo Andrea solo ora che è volato via, dopo la sua morte, attraverso gli altri».

La crudeltà del destino che ha strappato Andrea ai suoi cari si è così mutata in tante mani tese (e “abbracci”) verso bisogni concreti, qui e ora. Perciò, ogni martedì, mamma Giovanna, professionista come il marito, va a cucinare con altre amiche allo Scudillo, nel progetto “Una mano per”. E tra i prossimi appuntamenti in calendario, lunedì 15 dicembre alle ore 20:30 è in programma una cena al Circolo Posillipo con Cuochi Stellati e il pianista Massimo Spinosa (il ricavato sarà devoluto per il rifacimento della medicheria del Day Hospital del reparto di Oncologia pediatrica del policlinico Sun); mentre mercoledì 17 dicembre, presso il Platinum Club di via San Pasquale, è prevista una serata di beneficenza con e per i giovani. Per moltiplicare gli abbracci. E la solidarietà.
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