Asl Napoli 1, De Luca alla dirigente minacciata: «Vai avanti»

Asl Napoli 1, De Luca alla dirigente minacciata: «Vai avanti»
di Ettore Mautone
Lunedì 22 Gennaio 2018, 08:29 - Ultimo agg. 09:39
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«Dottoressa vada avanti, lei ha il mio appoggio pieno e incondizionato. Per qualunque necessità faccia riferimento direttamente a me, dobbiamo fare pulizia nella sanità campana». È il contenuto della telefonata che il presidente della Regione Vincenzo De Luca ha fatto al funzionario della Asl Napoli 1 Genoveffa Vitale, destinataria, insieme ai suoi giovani collaboratori, di un biglietto di minacce lasciato una settimana fa sotto la porta del suo ufficio a Napoli, presso la sede del servizio economico finanziario, in via Comunale del Principe.

Un messaggio intimidatorio, dattiloscritto per metà in italiano e per l'altra in dialetto: «Hai tirato troppo la corda e si è spezzata, avvertimenti non ce ne saranno più... pe te e pe sti quatt caniell ca tien attuorn». Dopo la diffusione della notizia e la contestuale richiesta - da parte di Enzo Alaia, vicepresidente della V Commissione sanità in Consiglio regionale - di interventi di tutela del lavoro di «una dipendente della Asl Napoli 1 impiegata da anni nel delicato ruolo di recupero dei doppi pagamenti ai fornitori di beni e servizi, nell'area contenzioso della Asl», si è subito innescata una gara di solidarietà verso la funzionaria.
Sono decine i messaggi e le telefonate che la donna ha ricevuto nelle ultime ore provenienti da consiglieri regionali, da dirigenti di Palazzo Santa Lucia, da dipendenti della Asl Napoli 1 e di altre aziende sanitarie campane. Messaggi provenienti soprattutto dall'Irpinia dove la Vitale ha iniziato, circa 15 anni fa, la sua carriera.
 
Irpino è anche il consigliere regionale, vicepresidente della V Commissione sanità, Alaia, che ha sollevato il caso: «Fa piacere registrare anche l'incoraggiamento del presidente De Luca - dice Alaia - è importante che tutti i dipendenti regionali che si occupano di lavori così delicati possano essere messi nelle condizioni di operare nella massima tranquillità e di fare il proprio dovere senza subire angherie e minacce. Ho chiesto alla giunta regionale - aggiunge il consigliere di maggioranza - di adottare tutti i provvedimenti del caso affinché alla funzionaria vengano assicurate condizioni di lavoro più serene. Una tranquillità che dev'essere assicurata anche a tutte le persone che collaborano con lei». Intanto anche i vertici della Asl, il direttore generale Mario Forlenza e il direttore amministrativo Salvatore Guetta sono stati informati ufficialmente dell'accaduto.

Il lavoro della dottoressa Vitale e del suo gruppo di esperti continua. Si tratta di recuperare i documenti contabili relativi ad un periodo in cui nella Asl Napoli 1 (fenomeno presente anche in altre aziende sanitarie campane), a causa del grave debito regionale (e a una norma approvata a quel tempo, nel 2010, dal Governo centrale) i decreti ingiuntivi da parte dei fornitori per incassare quanto loro dovuto potevano essere presentati in tutti i tribunali d'Italia. La Asl, con le limitate forze di cui disponeva, non sempre riusciva a costituirsi in giudizio o a recuperare le informazioni sugli avvenuti incassi per cui è accaduto che molte fatture sono state poi pagate una seconda volta con mandati di pagamento regolari. Un lavoro di ricostruzione documentale che va avanti almeno dal 2012 con report mensili affidati al collegio sindacale che a sua volta monitora l'attività e gli esiti del lavoro.

La ricerca della documentazione è indispensabile in quanto serve a contestare con prova l'avvenuto doppio pagamento. Un certosino approfondimento condotto negli archivi della Asl o presso il tesoriere ma anche in molti tribunali dove c'è ancora traccia delle carte contabili che hanno accompagnato per anni i titoli esecutivi su milioni di euro oggi in gran parte già recuperati.
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