Banconapoli, il fronte anti-Marrama: «Illegale l'investimento in Brs»

Banconapoli, il fronte anti-Marrama: «Illegale l'investimento in Brs»
di Valerio Iuliano
Mercoledì 26 Luglio 2017, 09:34
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«È vietato dallo Statuto utilizzare il capitale della Fondazione per svolgere attività di impresa bancaria per di più detenendone il controllo in base ad un patto di sindacato»: è questo, in estrema sintesi, uno dei punti essenziali della nota inviata ieri al Ministero dell'Economia dai sei consiglieri in polemica con i vertici dell'ente. Un riferimento diretto all'acquisto delle azioni della Banca Regionale di Sviluppo, che, a giudizio del fronte anti-Marrama, non avrebbe potuto essere effettuato. «È vietato dallo statuto avere il controllo di una banca e il presidente - questa la tesi sostenuta dai sei consiglieri - ha dichiarato di avere scritto un patto di sindacato di controllo della Brs nel verbale del consiglio del dicembre 2015».

La guerra ricomincia esattamente dal punto in cui si era interrotta temporaneamente appena tre giorni fa. Da ieri mattina, nella casella di posta elettronica di Andrea Rivera, responsabile della quarta direzione del Ministero che si occupa di Vigilanza, sono pervenute sei e-mail inviate dai sei consiglieri che contestano l'operato del Cda della Fondazione Banco di Napoli. Il testo delle sei note al Ministero è esattamente identico. Cambiano solo i mittenti. E la scelta di non inviare un documento congiunto - sostengono dal fronte anti-Marrama - è dovuta solo alla difficoltà di firmare contemporaneamente lo stesso testo per la lontananza di alcuni.

Arriveranno invece venerdì prossimo al Ministero di via XX Settembre le lettere di controdeduzioni alla nota del Mef del 27 giugno scorso, che era stata l'origine del conflitto scatenatosi all'interno del consiglio generale della Fondazione. Le missive saranno firmate rispettivamente dal consiglio di amministrazione e dal collegio sindacale, due organi ai quali erano indirizzati i rilievi ministeriali, ciascuno per le proprie competenze. I consiglieri in polemica con i vertici della Fondazione giocano d'anticipo sui loro avversari. Le comunicazioni alla Vigilanza del Ministero hanno un'origine precisa. Ovvero la proposta di una commissione istruttoria finalizzata ad acquisire la documentazione sugli investimenti della Fondazione.

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