Consiglio comunale di Napoli, Bassolino: in aula troppo conformismo ma non fa bene a Manfredi e alla città

Consiglio comunale di Napoli, Bassolino: in aula troppo conformismo ma non fa bene a Manfredi e alla città
di Luigi Roano
Giovedì 27 Gennaio 2022, 10:00
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Il vecchio leone ruggisce in una Sala dei Baroni glaciale: è qui che Antonio Bassolino assesta l'affondo verso il Consiglio comunale e non solo. «Mi è chiaro di un conformismo - dice Bassolino - dei principali centri del potere napoletano, però questo conformismo mi permetto di dirlo al sindaco e alla giunta: non fa bene alla città e non fa bene al sindaco e all'amministrazione. È sempre importante che ci sia uno spirito critico». È la fine di un intervento molto accorato che è durato poco più di 10 minuti e la domanda è: con chi ce l'ha l'ex sindaco? Di certo con il suo mondo la politica e con le forze politiche in Aula - e tra queste c'è anche il Pd - quanto ai «centri del potere napoletano» si intravede un j'accuse che andrebbe dal mondo dell'informazione fino a quello di tutte le categorie sociali. Giusto? Sbagliato? Per farsi un'idea bisogna seguire parola dopo parola quello che dice Bassolino. Che rileva con «disagio come a tre mesi di distanza dalle elezioni le dieci Municipalità non hanno ancora il loro esecutivo». E il rinvio delle elezioni per il rinnovo del consiglio della Città metropolitana - «una scelta sbagliata così non va» dice - che l'ex sindaco mette in relazione al blocco delle Municipalità per lui «è questione di equilibri politici che mancano tra le 13 forze della maggioranza» che sostengono il sindaco Gaetano Manfredi. «Così non va - ripete - le Istituzioni vengono prima e su tutte le forze politiche». Va ricordato che Bassolino fu molto contrariato quando le elezioni comunali furono spostate di cinque mesi, ovvero da maggio a ottobre «causa pandemia». Non fu certo per lui un vantaggio il rinvio, questo il suo pensiero, che esplicitò in diverse interviste. La coalizione di centrosinistra allargata al M5S non aveva ancora un candidato, Manfredi non aveva sciolto la riserva. L'ex sindaco pone un'altra riflessione e chiede «una seduta monotematica sul tema dell'infiltrazione della camorra, allarme arrivato dalle più alte autorità giudiziarie. Per vedere quello che possiamo fare noi contro la camorra assieme a tutti quanti». E ancora: «L'allarme deriva dalle importanti risorse che ci arriveranno perché non diventino un terreno per i clan della camorra. Poiché la camorra si muove su tanti terreni, la battaglia contro i clan deve avvenire su tutti i piani e il nostro contributo deve esprimersi su questo fronte della mobilitazione istituzionale e civile». 

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Per l'ex sindaco lo stallo della politica che coincide con quello delle Istituzioni è pericoloso: «Una cosa essenziale - dice Bassolino - e che tocca a noi e non ad altri, è far funzionare bene le Istituzioni.

Devo esprimere il mio forte rammarico per il rinvio delle elezioni per la Città metropolitana. Sono rammaricato perché noi votando il 20 febbraio saremmo già stati gli ultimi rispetto alle grandi città come Roma, Torino, Bologna o Milano. A me colpiscono anche le motivazioni del rinvio che sono due» La disamina dell'ex sindaco al riguardo è questa: «La prima è su richiesta delle forze politiche del territorio. Rimango molto colpito, le Istituzioni sono sopra e prima di ogni forza politica soprattutto quando viene una richiesta immotivata e sbagliata che è contraria gli interessi delle nostre Istituzioni». Bassolino non si placa: «L'altra motivazione è la pandemia che è davvero molto triste. Usare la pandemia perché le forze politiche non sono pronte ad affrontare la Città metropolitana perché queste elezioni vengono collegate alle Municipalità tutte ferme è sbagliato. Non ce ne è una che abbia nominato il suo esecutivo e non un c'è un presidente di Municipalità abbia fatto le sue nomine senza aspettare l'equilibrio delle 13 forze della maggioranza. Così non va come stile e come sostanza e devo pubblicamente confessare un disagio molto forte e persino una mia ingenuità. Non pensavo si arrivasse a questa scelta per salvaguardare le Istituzioni dalle spinte politiche. Confesso il disagio e una necessaria riflessione, che sul terreno istituzionale non si vada avanti su una strada sbagliata». 

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