Caldoro: «Il registro tumori?
Lavoro avviato da noi»

Caldoro: «Il registro tumori? Lavoro avviato da noi»
Mercoledì 24 Maggio 2017, 16:53 - Ultimo agg. 16:54
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«L'indagine presentata ieri sull'incidenza dei tumori infantili in Campania, effettuata sul periodo 2008-2012, è parte del grande sforzo che mettemmo in campo sotto la mia presidenza per estendere il registro dei tumori a tutta la Regione ed istituire il Registro Tumori Infantili (Decreto del Commisssario 104/2012 e Legge Regionale 9/2014). Una attività intensificata anche per rispondere alla opinione pubblica fortemente preoccupata dal fenomeno Terra dei Fuochi».

Così Stefano Caldoro, ex presidente della Giunta regionale e oggi leader dell'opposizione di centrodestra in Consiglio. «È evidente che lo studio ha solide base scientifiche che dimostrano come l'incidenza dei tumori sotto i venti anni è nella media nazionale così come, sono sicuro, anche per le altre classi di età si avrà lo stesso risultato. Attendiamo ora anche gli annunciati risultati relativi al biennio 2013/2014. Bisogna prima di tutto dare merito al team di professionalità ed esperti guidato da Mario Fusco e Francesco Vetrano. Così come del lavoro svolto complessivamente dall'azienda ospedaliera Santobono, dall'Istituto Pascale e dall'università di Napoli. È giusto però evidenziare anche l'importante lavoro di coordinamento e di impulso che è stato svolto dal professore Ferdinando Romano, capo dipartimento Salute e Risorse Naturali durante il mio mandato, e della struttura commissariale.
Siamo comunque nell'ambito di una valutazione dei dati di incidenza della malattia che dimostrano l'inesistenza del "caso Campania" ma allo stesso tempo non possiamo non considerare gli aspetti legati agli "esiti" ed ai vari contesti ambientali, agli indici di mortalità e all'aggressività della malattia. Questioni sulle quali sono intervenuti in queste ore Antonio Marfella e, pur se con un ruolo diverso, don Maurizio Patriciello. Non c'è dubbio che sugli "esiti" pesa la cultura della prevenzione, l'accessibilità alle cure e, soprattutto, una buona sanità. E su questi punti c'è ancora molto da fare», conclude Caldoro.
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