Campania, doppi e tripli vitalizi:
ecco chi incassa i superbonus

Campania, doppi e tripli vitalizi: ecco chi incassa i superbonus
di Marco Esposito
Giovedì 20 Aprile 2017, 00:00 - Ultimo agg. 10:02
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C’è chi ne ha due, chi ne incassa addirittura tre e chi ha il vitalizio modello famiglia extralarge: tre assegni per il fratello, tre per la sorella. Anche se cancellati per i consiglieri in carica, i vitalizi regionali continuano a pesare, con 10,8 milioni di euro versati in Campania nel 2016 a 246 beneficiari per una media di 3.600 (lordi) al mese.
La Toscana, prima in Italia, ha cancellato i doppi e tripli vitalizi. Chi ne prendeva più di uno, dal 2016 ha dovuto scegliere. In diciannove ex consiglieri toscani hanno fatto ricorso per mantenere il doppio privilegio e il verdetto della magistratura non è ancora arrivato. La sentenza non è scontata perché in materia di «diritti acquisiti» vale un po’ il principio del «chi ha avuto ha avuto», sebbene il passato continui a incidere sulle mai floride casse pubbliche. La Toscana però intanto quei soldi risparmiati li sta spendendo in favore del territorio, visto che ha creato un «fondo risparmi vitalizi» utilizzato per coprire le emergenze da maltempo.


La Campania seguirà la stessa strada? Di sicuro ci proverà Francesco Emilio Borrelli, il consigliere regionale dei Verdi che - prendendo un po’ in contropiede i Cinquestelle, da sempre attivi nella lotta ai costi della politica - si è reso protagonista di un’azione trasparenza, con la pubblicazione online per legge degli emolumenti di tutti i beneficiari di vitalizi sul sito del Consiglio regionale e con due proposte di legge per eliminare i doppi vitalizi e per limitare ai casi sociali le reversibilità. «Solo togliendo le reversibilità risparmieremmo 2,2 milioni annui», sottolinea Borrelli. E altri 1,3 milioni si risparmierebbero obbligando all’opzione sui vitalizi multipli.

Ma quanti sono i possessori di doppi e tripli vitalizi? In Toscana 26. In Campania oltre trenta. Il più giovane a incassare tre vitalizi è Giuseppe Scalera, classe 1954, il quale a rigore non ha neppure l’età per la pensione e però ne incassa ben tre: da ex deputato eletto per la sinistra ulivista e da ex senatore eletto per la destra berlusconiana, nonché da ex consigliere regionale (e solo per questa voce ha preso 63.936 euro lordi nel 2016). Scalera è un medico venuto a contatto un po’ per caso con la politica. La sorella di Giuseppe, Luigia, ha sposato quello che ai tempi d’oro era un peso massimo della politica democristiana, Carmine Mensorio, poi morto suicida vent’anni fa quando finì sotto inchiesta per camorra («anche davanti al tribunale di Dio griderò la mia innocenza», scrisse per giustificare il suo gesto). Mensorio a sua volta oltre a esser stato consigliere regionale è stato eletto a Montecitorio e a Palazzo Madama per la Democrazia cristiana, per cui Luigia Scalera incassa tre vitalizi, portando a sei la quota familiare.

Dopo il recordman Giuseppe Scalera segue per età Giovanni Russo Spena, classe 1945, esponente della sinistra radicale, che è stato consigliere regionale in Campania per quattro anni scarsi, tra il 1975 e il 1979, per poi alternare incarichi alla Camera e al Senato. Ai due vitalizi da ex deputato ed ex senatore, Russo Spena aggiunge 39.960 euro lordi per il vitalizio regionale, importo al quale dovrebbe rinunciare in caso di opzione alla Toscana. Dalla sinistra demoproletaria di Russo Spena alla destra missina di Antonio Mazzone, classe 1934, il quale incassa un vitalizio da deputato, uno da europarlamentare e un terzo vitalizio per gli otto anni trascorsi in Consiglio regionale. Per quest’ultimo incarico prende 51.948 euro annui, sempre lordi. Tre vitalizi anche per un altro missino, Antonio Rastrelli, classe 1927, che è stato deputato e senatore. Tre bonus mensili per l’ex ministro dell’Università Ortensio Zecchino, in qualità di consigliere regionale, di europarlamentare e di deputato.

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