Caos M5S a Quarto, il sindaco Capuozzo: «Da intercettazioni visione distorta dei fatti»

Caos M5S a Quarto, il sindaco Capuozzo: «Da intercettazioni visione distorta dei fatti»
Mercoledì 6 Gennaio 2016, 19:52 - Ultimo agg. 7 Gennaio, 00:01
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Secondo il sindaco di Quarto del M5S, Rosa Capuozzo, gli ultimi estratti delle intercettazioni telefoniche che la riguardano «non aggiungono nulla a quanto già letto nei giorni scorsi. Sono le stesse già note da 15 giorni. C'è solo una visione distorta dei fatti. Riguarda il campo sportivo di proprietà comunale. Ne abbiamo ripreso - sostiene interpellata dall'Ansa - la gestione non per affidarlo a privati ma per promuovere lo sport per il sociale» Il campo sportivo era stato gestito negli ultimi anni dalla Nuova Quarto calcio per la legalità, sodalizio nato dopo le indagini della Dda di Napoli che avevano scoperto collusioni della vecchia società col clan Polverino.

«Ci siamo mossi - dice la Capuozzo - nella direzione di creare una rete di associazioni che operano anche nel settore sociale. Con quote basse possono usufruire della struttura. Inoltre le società e le associazioni che accoglieranno casi di ragazzi indigenti, su indicazione dei nostri servizi sociali, potranno usufruire di ulteriori sconti. Ciò - aggiunge - per operare in senso sociale e puntare a togliere i ragazzi dalla strada». La Capuozzo insiste: «Sin dal primo momento ci siamo mossi in questa direzione non prendendo in considerazione un affidamento a privati».

«Sì sono stata ascoltata prima del 14 dicembre in Procura, non ricordo però di preciso la data» prosegue il sindaco. Il 14 dicembre è la data in cui il M5S ha espulso ufficialmente dal movimento il consigliere Giovanni De Robbio, indagato dalla Dda di Napoli per tentata estorsione e voto di scambio. «Con De Robbio - dice - il rapporto tra noi si era deteriorato proprio per la questione dello stadio. Io sentivo la pressione politica, non le minacce. Mi chiedeva di programmare una gestione affidata a privati. Non ero d'accordo. Era anche contro il nostro programma amministrativo. Per questo motivo non appoggiai la sua candidatura a presidente del consiglio comunale. Si era creata una situazione, come dire, non simpatica. L'espulsione dal movimento - conclude il sindaco - è avvenuta perché si era allontanato dal piano operativo predisposto per amministrare e rilanciare la città e dalle linee guida del movimento».

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