Caso Quarto, Fico al pm: «Sapevo di contrasti, non di minacce. Tanti voti a De Robbio? S'è dato da fare»

Caso Quarto, Fico al pm: «Sapevo di contrasti, non di minacce. Tanti voti a De Robbio? S'è dato da fare»
Sabato 16 Gennaio 2016, 19:11 - Ultimo agg. 17 Gennaio, 13:59
3 Minuti di Lettura

Il presidente della Vigilanza Rai, Roberto Fico, fa una sintesi dell'intera vicenda Quarto, almeno dal suo punto di vista, richiamando le diverse tappe, partendo dal 30 ottobre, quando Capuozzo riceve un plico contenente una denuncia su presunti illeciti relativi all'immobile in cui vive, fino ad arrivare all'espulsione di De Robbio.

Uno dei punti nodali è come mai il consigliere comunale M5s di Quarto indagato per aver tentato di favorire persone legate alla camorra, abbia ottenuto così tanti voti alle elezioni. «Ciò non ha suscitato in me particolari perplessità - ha detto Fico al pm Henry John Woodcock nel verbale di interrogatorio dell'8 gennaio scorso - ho immaginato che si sia dato da fare più di altri, facendo una campagna elettorale a tambur battente e vecchio stile, che per la verità non è particolarmente condivisa dal M5S».

«I successivi contatti e incontri con il Sindaco Capuozzo vertono sulle considerazioni politiche e sulla linea da adottare», ha chiarito Fico arrivando alla richiesta di dimissioni e, dunque, all'espulsione.  «La Capuozzo - ha spiegato Fico - quando è stata sentita dal pm la prima volta alla fine di novembre mi ha chiesto, via whatsapp, di vedermi da vicino urgentemente. Poi ci siamo visti dopo qualche giorno in un bar di piazza Amedeo a Napoli e mi ha detto che era stata sentita su questioni riguardanti De Robbio». Dal telefonino Fico ha ricostruito i contatti: l'incontro al bar il primo dicembre, il messaggio whatsapp il 28 novembre.

«Confermo e ammetto che la procedura di espulsione dal Movimento Cinque Stelle di De Robbio ha avuto un input e una svolta decisiva dopo il mio colloquio con la Capuozzo il primo dicembre, cioè dopo che la Capuozzo, in seguito al suo primo interrogatorio del 24 novembre, mi aveva informato su ciò che il pm le aveva chiesto su De Robbio. Non ricordo se mi raccontò tutto l'interrogatorio, ma sicuramente mi disse quanto io ritenni sufficiente per dare impulso alla procedura di espulsione» ha detto Fico, che poi ha spiegato di aver informato il Direttorio (composto da lui, Di Maio, Di Battista, Ruocco e Sibilia), procedura terminata con una mail inviata da Beppe Grillo direttamente all'espulso.


Per Fico, che in giornata ha parlato con i giornalisti, «siamo alle solite. I giornali come sempre scrivono con un vergognoso taglia e cuci, mischiando, modificando e riportando - con titoli ad effetto fuorvianti - sommariamente la verità per buttare fango e magari vendere qualche copia in più». «Successivamente - ha aggiunto - anche a seguito di nuovi elementi emersi dalla pubblicazione delle intercettazioni, si è proceduto alla sua espulsione e al ritiro del simbolo M5S all'amministrazione di Quarto. Il pomeriggio dell'8 gennaio sono stato sentito a Napoli dal pm semplicemente come persona informata dei fatti. Per evidenti ragioni di riservatezza, visto che ci sono delle indagini in corso, non divulgo i contenuti. Tuttavia si tratta di elementi già noti. Tutto il resto che vi raccontano sono chiacchiere da bar prive di fondamento», ha chiuso  polemico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA