Comunali a Somma, no lista Pd
candidato sindaco difende carabiniere

Comunali a Somma, no lista Pd candidato sindaco difende carabiniere
Lunedì 22 Maggio 2017, 17:02 - Ultimo agg. 11 Giugno, 19:32
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«Conosco personalmente il maresciallo dei carabinieri di Somma Vesuviana, e non credo che dopo 30 anni di onorata carriera possa sporcarsi le mani». Salvatore Di Sarno, candidato a sindaco di Somma Vesuviana, appoggiato da Udc, Psi, Verdi e tre liste civiche, difende il maresciallo dei carabinieri della locale stazione, accusato da un candidato di avergli chiesto di desistere dalla competizione. Di Sarno, maresciallo della guardia di finanza a Bari, sottolinea di conoscere personalmente il collega dei carabinieri, il quale, dopo la diffusione della lettera consegnata dal consigliere regionale Carmine Mocerino al prefetto di Napoli, ha chiesto ed ottenuto di essere trasferito in attesa che la magistratura faccia luce sul caso. Nella lettera, Luigi Mele, capolista di una civica caldeggiata da Mocerino, ha riferito di essere stato avvicinato dal sottufficiale della Benemerita, che lo avrebbe invitato a desistere dalla competizione. «Non credo sia accaduta una cosa simile. Il collega è un grande lavoratore, sicuramente un uomo duro, di polso, ma con il mestiere che fa non può certo essere diversamente», dice Di Sarno, contrario alla richiesta del Pd di rinviare il voto. «Se il Pd non partecipa non significa che si debba fermare tutto. In passato è accaduto anche a me di ricevere pressioni o lettere anonime ma ho scelto di andare avanti. Il Pd avrebbe dovuto presentare la propria lista. Chi non partecipa si siede in panchina a guardare la partita». A Somma Vesuviana, per le prossime comunali, sono candidati a sindaco, oltre a Di Sarno, anche l'ex sindaco Pasquale Piccolo (appoggiato da due civiche), Celeste Allocca (Forza Italia e tre liste civiche), Salvatore Rianna (due liste civiche), e Ciro Sannino (Movimento 5 Stelle).

«Non presentando la lista del Pd alle prossime elezioni comunali abbiamo voluto dare un segnale estremo, per denunciare che l'intero sistema a Somma Vesuviana non funziona». Lo ha detto Giuseppe Auriemma, segretario cittadino del Pd a Somma Vesuviana, che nel pomeriggio si recherà dal prefetto di Napoli Carmela Pagano con una delegazione del partito per chiedere il rinvio delle elezioni nella cittadina dell'hinterland partenopeo. Il tutto alla luce della denuncia del proprio (ex) candidato a sindaco, Giuseppe Bianco, di aver ricevuto intimidazioni anonime che lo hanno portato a ritirarsi dalla competizione, e di una lettera girata allo stesso prefetto dal consigliere regionale Carmine Mocerino, nella quale si parla di interferenze da parte del locale maresciallo di stazione dei carabinieri. Denunce e lettera che hanno portato all'apertura di un fascicolo contro ignoti da parte del procuratore reggente di Nola, Stefania Castaldi, per accertare le eventuali intimidazioni rivolte all'aspirante sindaco del Pd, e delle pressioni ricevute da Luigi Mele, capolista di una civica caldeggiata da Mocerino, che lo avrebbe dovuto sostenere. Nella lettera scritta da Mele a Mocerino, il capolista ha riferito di essere stato avvicinato da un maresciallo dei carabinieri, comandante della locale stazione dell'Arma, che l'avrebbe invitato a desistere in due occasioni («Chi te lo fa fare...ma evita...»). Bianco avrebbe invece rinunciato alla candidatura in seguito a lettere e telefonate anonime, nelle quale gli sarebbe stato ordinato di farsi da parte. Quattro erano le liste che dovevano appoggiare Bianco, una delle quali ha scelto di dare il proprio sostegno al candidato sindaco del centrodestra. «Sono stati gli eventi che ci hanno impedito di competere a queste elezioni - incalza Auriemma - potevamo presentare una lista del Pd, ma avremmo permesso al sistema che si è venuto a creare a Somma, di andare avanti come nulla fosse accaduto.

La nostra scelta è stata forte, estrema, per prendere posizione sulla questione e denunciare l'accaduto. Ora andremo dal prefetto per chiedere il rinvio delle elezioni, perchè il quadro indiziario che si sta profilando, che sta emergendo dalla stampa, fa sospettare che è stato fatto di tutto per impedirci di competere. E ancora più grave è la situazione, se le indagini accerteranno che chi deve controllare, ossia le forze dell'ordine, interferisce con il quadro politico. Forse tutti i candidati dovrebbero chiedere di fermare i giochi, affinchè le elezioni si svolgano in piena democrazia».

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