Dal palazzo alla piazza e ritorno: il valzer di D'Angelo, l'uomo delle coop

Dal palazzo alla piazza e ritorno: il valzer di D'Angelo, l'uomo delle coop
di Mariagiovanna Capone
Sabato 12 Agosto 2017, 09:13 - Ultimo agg. 14:40
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Tra due settimane compirà 61 anni. Il neocommissario dell’azienda risorse idriche Abc, Sergio D’Angelo, festeggerà spulciando carte e controllando fascicoli minuziosamente. Per molti è tra i massimi esperti di politiche sociali e terzo settore a livello nazionale, ma non tutti sanno invece che lo è anche in finanza etica, grazie all’esperienza maturata come membro del consiglio d’amministrazione di Banca Etica, CoopFond (il fondo mutualistico di LegaCoop di cui è stato presidente regionale) e della Fondazione con il Sud. Napoletano di Soccavo, è presidente del gruppo di imprese sociali Gesco ed è stato assessore comunale al Welfare e all’Immigrazione nella giunta di Luigi de Magistris dal 2011 al 2013. Sposato con Cecilia Greco in seconde nozze, ha due figli: Davide D’Angelo di 31 anni, impegnato in Gesco, e Roman D’Angelo, 18 anni, adottato con Cecilia.

Con l’editore Homo Scrivens, pubblica nel 2016 il volume «Aspettando il 112. L’azzardo, l’impegno, i dubbi», scritto a sei mani con gli amici Giovanni Attademo e Mario Petrella, quest’ultimo scomparso a dicembre, in cui ripercorrono la storia del mondo sociale a Napoli negli ultimi trent’anni. 

I primi passi li muove nel settore sociale, impegnandosi soprattutto per i sofferenti psichici e i ragazzi che vivono in condizioni di forte disagio socioeconomico o tossicodipendenti. È il 1978, l’anno in cui lo psichiatra Franco Basaglia vinse la battaglia per la chiusura dei manicomi riuscendo a ispirare la legge che ancora oggi porta il suo nome. Fonda così con un gruppo di coetanei la cooperativa sociale «Il Calderone», che tempo dopo parteciperà attivamente proprio al processo di dismissione dai manicomi.

Con lo stesso gruppo di amici già operava in un centro giovanile al Rione Traiano, mentre a Soccavo organizzava attività culturali e teatrali. Nella cooperativa s’ingegnò come cuoco, dove oltre a piatti caserecci organizzava l’intrattenimento con concertini informali di musicisti che sarebbero diventati famosi come Eduardo Bennato e Pino Daniele. Di quei sei mesi trascorsi dietro ai fornelli conserva la passione per la cucina. Dirà più tardi che era l’alibi per iniziare a scandagliare quel mondo controverso e complicato delle politiche sociali, dove tra un piatto di spaghetti e un bicchiere di vino si progettavano le battaglie da mettere a punto. Lavoro, istruzione, Pari opportunità, sanità, welfare, dignità sociale immigrazione.

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