De Luca, show tra Bindi e Trump:
«Rosì fece cose infame, da ucciderla...
Donald ha una cinciallegra in testa»

De Luca, show tra Bindi e Trump: «Rosì fece cose infame, da ucciderla... Donald ha una cinciallegra in testa»
Giovedì 17 Novembre 2016, 11:07 - Ultimo agg. 20:25
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Donald Trump sta a Vincenzo De Luca come Hillary Clinton a Rosy Bindi: è l'equazione di Vittorio Sgarbi che Matrix sottopone al governatore della Campania. Già, perché come Trump negli Usa, De Luca sarebbe il simbolo del «politicamente scorretto» in Italia. E il presidente non fa mancare la sua ironia: «Sono un po' difettato esteticamente, ma al suo livello non ci arrivo. Non ho ancora capito cosa diavolo ha in testa, un nido di quaglia, di cinciallegra».

De Luca non perde occasione per rilanciare i suoi cavalli di battaglia, sostenendo che mentre in America «la gente tiene conto di come si vive nella vita reale», l'Italia resta la patria delle «corporazioni e del fariseismo». E tra una risata e un «bip» di censura per le sue parolacce, il governatore campano torna all'attacco della presidente della commissione antimafia: «Ha fatto una cosa infame, da ucciderla», dice riferendosi alla vicenda degli «impresentabili». E su Salvini: «Quando lo vedo mi tocco... Porta male».

C'è spazio anche per un paio di battute su Beppe Grillo: «Ho un rapporto di odio e amore con Grillo», al quale però dice «non ci devi rompere le scatole». «Condivido l'attacco di Grillo a un sistema mediatico informativo fatto di imbecillità e falsità e, in qualche caso, di un uso violento della disinformazione. Ma sicuramente da lui non mi aspetto la coerenza. Se hai la villa a Genova, la villa a Marina di Bibbona, ti fai le ferie sulla Costa Smeralda, vai a Malindi con la panza al sole e poi torni e fai il monaco trappista... non ci devi rompere le scatole». «Aveva proposto di non dare più di 3.000 euro a ogni parlamentare e poi apprendo che Luigino di Maio si mette in tasca 13.000 euro al mese netti e certifica spese elettorali in due anni per 110.000 euro per iniziative sul territorio. Ma cosa ha fatto? Niente. Le cene, i pranzi, i manifesti, quello che fanno tutti quanti» ha aggiunto De Luca.
 


«Voglio fare una battaglia di verità nei confronti dei grillini - afferma - perché ritengo che ci sia una contraddizione di fondo che deve esplodere. Nell'elettorato grillino c'è una parte progressista che vota 5 Stelle per disgusto nei confronti del Pd. Queste forze, molte giovanili, voglio recuperarle perché sono forze sane. Contemporaneamente, i 5 Stelle esprimono componenti di estrema destra. A Roma la città è nelle mani dell'estrema destra».

De Luca conclude il suo intervento parlando degli Usa, questa volta più seriamente: «Il negativo assoluto non esiste e perfino Trump potrà proporre qualcosa di buono. Io credo che in politica estera, se non esagera, potrà lavorare per concludere alcuni conflitti come quello in Siria, rinunciando all'idea folle di esportare la democrazia. La definisco folle perché non fa i conti con la storia e con la realtà e quindi produce più disastri di quelli che pensa di risolvere. Dovremmo, invece, aspettarci cose pesanti nella vita interna degli Stati Uniti. Ho visto alcuni nostri amici, tra i quali Grillo, saltare di gioia per l'elezione di Trump. Non so se continuerà ad essere così felice quando Trump metterà in discussione il diritto delle donne all'interruzione di gravidanza, quando toglierà quel poco di sanità pubblica introdotta negli Stati Uniti, quando reintrodurrà l'economia delle energie da fossili, il petrolio, e quando favorirà l'acquisto delle armi per tutti i cittadini».

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